Accovacciati sotto terra si attende lo squillo della tromba che ordina l’assalto al battaglione. Lacrime umide bagnano i volti di chi piange in silenzio, mani fangose e sudice sfilano le baionette, occhi scavati si invocano al cielo. Il suono della tromba sconvolge, diffonde il panico tra le truppe. Si accenna la carica ma i soldati non rispondono all’appello. Dalle linee tedesche si leva un canto natalizio: un uomo esce dalla trincea nemica, sventola una bandiera bianca e si dirige verso le linee britanniche. “Nessun morto il giorno di Natale” grida il fante prussiano. Pian piano altri tedeschi escono dalle trincee e seguono l’uomo con la bandiera bianca. Gli inglesi prendono coraggio e titubanti vanno incontro al nemico senza colpo ferire. Tra lo sgomento dei generali, sul fronte occidentale, i battaglioni inglesi fraternizzano con i tedeschi scambiando auguri e piccoli doni. Per una notte, nessun nemico, niente sangue, alcun lutto. Si gioca a carte, si sorseggia un buon Whisky, si ride, si scherza. E chissà se tra una bevuta e una sigaretta qualcuno parlò della propria casa, della propria famiglia all’uomo che avrebbe ucciso al levarsi del sole.
25 Dicembre 1914: sul fronte occidentale gli eserciti non ascoltano i propri generali, eludono gli ordini e rifiutano l’assalto. La magia del Natale accende una piccola luce e diffonde sentimenti umani in cuori impietriti da morte, sangue, guerra.