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Serie A, la Roma ritorna al comando

Non mollano Fiorentina e Napoli

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Com’era prevedibile, è durato una sola sera il ritorno dell’Inter in vetta al campionato.

I risultati del resto della decima giornata infrasettimanale – non del tutto completa, manca ancora all’appello una sola partita, Sampdoria-Empoli, che si giocherà stasera ma non è determinante per le zone altissime della classifica – vedono i nerazzurri nuovamente affiancati da Napoli e Fiorentina al secondo posto. Al primo, e sempre con tre punti di distacco, continua ad esserci la Roma. Onore ai viola, capaci di sbrogliare in modo brillante un pericoloso testa-coda col Verona al “Bentegodi”; ma gli impegni non erano certo più agevoli per la Roma, contrapposta in casa ad un’Udinese data in risalita, e per il Napoli, che ospitava un Palermo ondivago ma sempre insidioso.

Dato l’arrivederci a Castori, rilevato da Sannino, e a Rossi, appena sostituito da Donadoni (conformemente a quanto avevamo anticipato), aspettiamo di vedere quale potrebbe essere la sorte della panchina di Mandorlini, che continuiamo ad indicare come allenatore in evidente bilico. L’appuntamento contro la Fiorentina non era certo l’occasione migliore per rinascere, ma a questo punto una scossa all’ambiente scaligero andrebbe data, visto e considerato che il Verona continua a rimanere malinconicamente in fondo alla classifica, a braccetto col Carpi che, “denudato” di Borriello e Soddimo (entrambi espulsi), è stato costretto ad un nuovo brusco, stop nello scontro diretto col Frosinone in Ciociaria (reti di Ciofani al 51’ e di Sammarco al 91’ per la squadra di Stellone; gli emiliani avevano momentaneamente pareggiato con Marrone al 67’). Ad affossare i gialloblù ci pensano  un’autorete di Marquéz al 25’ e poi l’implacabile Kalinic al 57’.

Un allenatore che, a differenza di Mandorlini, è riuscito a puntellare la sua panchina grazie ad una positiva inversione di risultati  è Colantuono dell’Udinese: pertanto l’1-3 subito dai suoi a Roma, pur essendo tutt’altro che piacevole, non comporta sostanzialmente dei danni, e lui e i suoi bianconeri possono ben digerirlo come una tappa transitoria. Punto di vista diametralmente opposto, invece, è quello della Roma, che, grazie a Pjanic (4’), Maicon (9’) e Gervinho (63’) mantiene il suo primato in modo sfavillante, e convincente. Ma nella nuova notte di trionfo dei capitolini rimarrà anche una traccia friulana: è il gol della bandiera di Thereau al 77’.

Al “San Paolo”, come detto, derby delle due Sicilie tra Napoli e Palermo: se lo aggiudicano i partenopei,  con le reti di Higuain al 39’ e di Mertens all’80’. Il belga era entrato al 65’ al posto di un Insigne effervescente quanto inconcludente, che, al momento di cedere il posto, si è lasciato andare ad un gesto di incontrollata stizza.

Bene il Milan che, con il minimo sforzo, si porta a 16 punti e supera il Torino in classifica. In questi ultimi, non esaltantissimi anni la partita contro il Chievo è sempre stata  un’occasione di riscatto per i rossoneri: in questo caso si trattava di confermare un trend di ripresa, e le attese non sono state deluse. Si può ben dire che da alcune stagioni a questa parte i pandorini, loro malgrado, portano fortuna al Diavolo:  e, in un certo senso, se non lo avesse battuto ( c’è invece riuscito grazie al gol di Antonelli al 63’), sarebbe forse stato un cattivo presagio.

Gli uomini di Mihajlovic, dunque, sorpassano in graduatoria i granata, protagonisti sul terreno amico della sfida più spettacolare di questo turno. Contro il Genoa finisce 3-3: ad aprire le marcature è il genoano Laxalt al 27’, ma il suo gol è pareggiato, appena un minuto dopo, da Maxi López. Al 34’ Toro in vantaggio con Zappacosta. Il Genoa non ci sta e trova il pareggio con Pavoletti al 67’. Poi, però, a 60 secondi dal 90’ una maldestra autorete di Tachtsidis sembra vanificare tutto, ma non è finita: al 94’ è lo stesso giocatore che aveva segnato il primo gol della gara, l’uruguaiano Laxalt, a metere dentro quello che la conclude. E ora il Torino è atteso da un’altra gara che, almeno nelle attese, dovrebbe essere altrettanto spettacolare: la stracittadina con la Juventus.

A proposito di Juve: al “Mapei Stadium” la Normalizzata Armata incrociava le armi contro un’altra presunta squadra normalizzata, il Sassuolo di Di Francesco. Il problema è che un’ex matricola ormai scafata il viziaccio di fare lo sgambetto alla grande di turno ce l’ha sempre: e la fragile Juventus di questi tempi non può che essere la vittima ideale per questo tipo di predatore. Oltretutto, nel caso specifico, cucinare e consumare un pasto così prelibato non ha richiesto neppure troppo condimento: è bastato, anzi, un gol di Nicola Sansone  al 20’

Infine, il tonfo dell’ambiziosa Lazio a Bergamo, in casa dell'Atalanta: Edoardo Reja si rifà alla grande della sconfitta subita allo “Juventus Stadium”, affondando la sua ex squadra per merito di un’autorete di Basta al 69’ e del “baldo” Gómez all’87’. Rovinoso per le Aquile è stato illudersi di poter espugnare il suolo cenomane contando solo sul gol iniziale di Biglia (pregevole, al 16’, su punizione).

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