Nona giornata del massimo torneo di calcio nazionale: Roma in cima alla classifica, come nei momenti migliori dell’era Garcia.
A differenza di Napoli e Juventus, i giallorossi continuano ad avere un andamento un po’ incerto in Coppa, ma in campionato i risultati dimostrano che hanno decisamente trovato la loro strada. E così, dopo aver fatto polpette di Carpi, Palermo ed Empoli, la Lupa ha lasciato il suo zampino letale anche all’ombra del David di Michelangelo: il primo capitombolo interno della Fiorentina è pesante almeno quanto quello che la Fiorentina stessa inflisse all’Inter a San Siro. Ma questa ritrovata corazzata capitolina non è la manciniana in fase di ricarica, e ora, dunque, vedere come e quanto i viola si riprenderanno da questo stop bruciante darà l’esatta misura del loro valore effettivo. La partita era iniziata nel segno della vendetta dell’ex: Salah, infatti, apriva le marcature per i romanisti al 7’, seguito da Gervinho al 34’. Bombardamento a vuoto da parte della squadra di Sousa, che si accontentava del gol della bandiera a tempo scadutissimo (94’) con Babacar. Roma nuovamente capitale, a 20 punti. Venti sono anche le gare consecutive di campionato in cui i giallorossi hanno segnato almeno un gol.
La Fiorentina resta dunque in compagnia dell’Inter al secondo posto, e al gruppo si aggregano anche la Lazio e il Napoli. La formazione di Pioli strapazza il casa il Torino per 3-0. Il genio in casa biancoceleste è sempre il brasiliano Felipe Anderson, alla cui doppietta (70’ e 94’) ha fatto da contorno il gol iniziale di Lulic al 40’. Il Napoli, invece, vince in casa del Chievo, grazia alla rete del solito Higuain al 59’.
A mezzogiorno la Sampdoria aveva travolto il Verona e costretto gli scaligeri a rimanere in fondo alla classifica, in compagnia del Carpi. Trema Mandorlini: per l’ex difensore dell’Inter, che ad alcuni sembrava destinato a rinverdire i fasti e la longevità di Bagnoli all’ombra dell’Arena, potrebbero essere forse le ultime ore sulla panchina gialloblù. Blucerchiati scatenati, in gol con Muriel all’11’, Zukanovic al 28’, Soriano al 46’ ed Éder al 54’. Gli ospiti accorciavano col platonico gol di Ionita al 75’. E così la squadra di Zenga è balzata a 14 punti.
Al “Friuli” di Udine il Frosinone, dopo la bella vittoria in casa contro la Sampdoria, non è riuscito a dar corpo ad una serie positiva ed è tornato ad incepparsi, a tutto vantaggio dei bianconeri di Colantuono: i quali, grazie a Lodi in gol al 20’, hanno finalmente ottenuto il primo successo casalingo della stagione.
L’’impresa, invece, stava riuscendo al “normalizzato” Sassuolo, che, a San Siro, passato in svantaggio al 31’ per effetto di un rigore di Bacca – in quella occasione gli estensi erano rimasti in dieci, con l’espulsione del portiere Consigli –, era stato capace di raddrizzare le cose al 53’ grazie ad uno dei suoi uomini-garanzia, Berardi, e a tenere duro fino all’86’: fino al momento, cioè, in cui Luiz Adriano si è finalmente ricordato di non poter essere da meno del suo collega colombiano (dopotutto erano stati i due reucci del mercato estivo milanista) e, col suo provvidenziale colpo di testa, ha letteralmente tolto Mihajlovic da un brutto vicolo cieco.
A proposito di “normalizzazioni”: se il Sassuolo sta gradatamente riassumendo la sua naturale fisionomia di squadra da medio-alta classifica, anche la Juventus, bocconcino dopo bocconcino, sta tornando alle latitudini più consone alla sua forza. La nuova tappa di avvicinamento alla classifica che conta è stata, allo “Juventus Stadium”, la sempre ostica Atalanta di Reja. I campioni d’Italia sono riuscii ad averne ragione rispolverando, come ha fatto il Milan col Sassuolo, i suoi tesori del mercato estivo: Dybala al 28’ e il contestato Mandzukic al 49’, su assist dell'ex palermitano. Conseguenze in “ordinisclatura” per rossoneri e bianconeri? Il Milan è a 13 punti, da solo, la Juve un punto sotto, a braccetto col Chievo.