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Serie A, sempre più Inter

Fiorentina seconda

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Mercoledì 23 settembre. È stato celebrato il primo turno infrasettimanale del campionato di serie A.

Molta carne al fuoco. Da cosa cominciare, mettendo da parte l’egemonia sempre più consolidata dell’Inter, capace di ottenere  la quinta vittoria consecutiva senza venir meno al suo stile “risparmioso” (basta un gol dell'ispano-brasiliano Felipe Melo al 56’ per avere ragione del Verona a San Siro)?  Forse da un dato, desolante: delle dodici reti segnate nella serata di ieri solo due sono di marca italiana. Quella di Zaza che aveva portato in vantaggio la Juventus in casa col Frosinone e quella di Floccari, che ha consentito al Sassuolo di violare Palermo. O magari quella di Éder grazie alla quale a Sampdoria ha potuto sbloccare il risultato con la Roma, dal momento che Floccari è sì, italiano, però naturalizzato sammarinese, mentre Éder è brasiliano, ma naturalizzato italiano

Non importa. Lasciamo che sia la carta d'identità a valere. Floccari è nato a Vibo Valentia, e dunque si può ben dire che il Sassuolo è stata l'unica squadra a vincere, ieri sera, col gol di un calciatore nato su suolo italico. Anche semplicemente per questo, quella degli estensi sarebbe già una magnifica prodezza: ma si dà il caso che il gol di Floccari (35’) valga infinitamente di più nella storia, ancora molto breve, di questo campionato; e soprattutto nella storia del Sassuolo. Detto in soldoni, significa per la squadra di Di Francesco il terzo posto solitario a 11 punti. All’ombra della Fiorentina, che, vincente al “Franchi” a spese del Bologna (reti di Blaszczykowski al 71’ e di Kalinic all’82’), sta sopra di un solo punto, e avendo alle spalle un terzetto agguerrito: Sampdoria, Torino e Chievo. Che storia.

Dietro un Sassuolo ancora stupefacente, dunque, c’è un Chievo che davvero non vuole smettere di cullare la sua favola. La sfida del “Bentegodi” contro il Torino, risolta da un gol dell’argentino Castro al 76’, consente  agli scaligeri di agganciare i granata a 10 punti,  e di guardare dall’alto corazzate come Roma e Lazio.

A proposito di queste ultime. La Roma cade vittima della Sampdoria al “Ferraris”, ma in pratica commette un suicidio, perché è un’autorete del greco Manolas all’85’ a determinare l’esito di una gara che sembrava inchiodata al botta e risposta Éder-Salah (il gol rispettivamente al 50’ e al 69’). La Lazio, invece, continua a vincere in casa, ma solo in casa: ed è proprio questo alternare belle vittorie interne a rovinose sconfitte in trasferta la causa del ritardo in classifica accusato finora. I tifosi laziali ora si augurano che dopo le vittorie con Bologna e Udinese, mancate promesse di continuità, quella col Genoa possa davvero costituire la svolta del torneo delle Aquile.

Gli uomini di Pioli regolano i Grifoni per 2-0 (reti di Djordjevic al 34’ e di Felipe Anderson al 62’) e, se per una settimana si liberano dei propri affanni, ne procurano parecchi di più ai genoani. In effetti questo Genoa in serie negativa  da tre giornate (senza contare che aveva perso anche la gara d’esordio) fa un po’ preoccupare, e non è un caso che Gasperini sia inserito tra gli allenatori in bilico (per la cronaca, c’è anche Iachini, del Palermo, e per molto meno, mentre per motivi più evidenti tremano Colantuono a Udine e Rossi a Bologna). La squadra rossoblù di questo inizio di campionato ricorda un po’ una certa squadra emiliana che sprofondò malamente in serie B, appena un anno dopo essersi vista precludere l’accesso all’Europa League, che pure aveva conquistato sul campo, a causa di inadempienze societarie.

Infine, due mini-imprese: sul proprio campo il Carpi riesce a costringere il Napoli allo 0-0, meNtre il Frosinone ottiene il primo punto della sua storia in serie A… allo “Juventus Stadium” (Blanchard pareggia al 92’ ll già menzionato gol di Zaza, arrivato al 50’). Dopo cinque giornate i campioni d’Italia non sono ancora riusciti a vincere sul loro terreno. E anche questo è un dato su cui riflettere.  

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