Le jolie bis.
Dopo Vuillermoz (Ag2r), ci pensa un suo compagno di squadra, Romain Bardet, a tenere alti i colori della France al Tour, a quattro giorni dalla chiusura della corsa.
C’è rimasto un fine settimana abbondante per le ambizioni di coloro che vorrebbero scalzare Froome dalla vetta del classement général: intanto è stato più traguardo-champagne del solito, al termine della diciottesima frazione, la Gap-Saint Jean de Maurienne di 186 km. Tramontati i gloriosi tempi di Hinault e Fignon, per il momento è necessario accontentarsi di vincere qualche partita, sognando di tornare ad essere competitivi per mettere le mani sull’intero torneo.
Di sicuro, la Transalpina delle due ruote riparte da uomini come Bardet, come Vuillermoz, ma anche come Périchon (Bretagne) e come lo sfortunato e coraggioso Pinot (Fdj). L’eroe di giornata diventa protagonista a poco meno di 30 km dalla fine, quando scollina per primo insieme ad Anacona al Gran Premio della Montagna del Col du Glandon, e poi, lasciatosi alle spalle il colombiano della Movistar (poco omen il suo nomen, che è Winner), si lancia in una fuga solitaria a prova di recupero. Et voilà , una volta conquistato in solitudine il gpm dei Lacets di Montevenier la vittoria è stata tutta sua. Meglio, la victoire était toute sa.
Dominatore assoluto della prima parte della gara, quella che aveva visto in testa un supergruppo di ventinove fuggitivi (e c’era anche Bardet, oltre ad altri baldi connazionali, il compagno di squadra Riblon, Pinot, e poi Pierre Rolland, Cyril Gautier e Romain Sicard della Europcar), poi ridottisi a undici,era stato invece Joaquim Rodriguez della Katusha. Lo spagnolo si era divertito con una sontuosa scorpacciata di tutti i traguardi intermedi possibili.
Aveva conquistato il primo gpm di giornata, al col Bayard; quindi si era concesso un esaltante uno-due al Malissol e alla cote de la Mur, che gli aveva consentito di appaiare la maglia gialla Sky nella classifica degli scalatori. Poco dopo, era stato trionfatore anche sul col de la Morte, ma poi non si era ripetuto allo sprint intermedio di Rioperoux, vinto invece da De Gendt (Lotto Soudal).
Ed era proprio quest’ultimo, sfruttando la baldanza del momento, a spaccare il maxiplotone dei fuggitivi con un’accelerata repentina: alla sua ruota si mantenevano solo in dieci, Rodriguez, Bardet, Pinot, Rolland, Gautier, Anacona, Fuglsang (Astana), Caruso (Bmc), Jungels (Trek), Talansky (Garmin) e Pauwels (MTN). Alla fine, a giocarsela, rimarranno solo Bardet, Rolland e Anacona. Di tutti gli altri, invece, si perderanno le tracce.
Capitolo classifica generale: tutto invariato, ma Contador (Tinkoff) ha ammesso di non avere più birra. Nibali è sempre settimo, ma oggettivamente si è svegliato in ritardo. Salvo sorpresissime, il braccio di ferro finale sarà tra un tenebroso gentleman inglese e un cacciatore di teste colombiano, che si fa accompagnare dal luogotenente.