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Tour de France, Greipel sorride ancora

Ancora giallo Froome

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E sono tre: Greipel il falco arpiona la sua terza volata in questo Tour de France.

Senza tanti complimenti, né tantomeno riguardi, per gli avversari che, diligentemente, si schierano in vista del traguardo come su una scacchiera. Lui, Greipel, non è certo il cavallo di turno che, a grandi e irregolari falcate, abbatte in un colpo pacchi di pedine avversarie: è più quel pezzo di ferro, tra tanti pezzi di cristallo, che sfonda su una tavola di gioco con la potenza e la prepotenza di un alieno.

Dopo lo storico exploit di sabato, quello di un atleta di una squadra sudafricana, la MTN-Qhubeka (e nell’anniversario della nascita di Nelson Mandela), la gloria alla Grande Boucle torna a colorarsi di tinte più "tradizionali".

In realtà, galvanizzata dal successo del giorno prima, la MTN-Qhubeka aveva provato a porsi subito all’attacco nelle primissime battute della tappa domenicale, la Mende-Valence di 183 km. Nulla di significativo, però, tant’è che dopo 17 km di corsa  in testa c’era già un maxigruppo di ventisette elementi, dei quali solo uno della Mtn: trattavasi, più precisamente, di  Serge Pawles. Gli altri rispondevano ai nomi di Lieuwe Westra (Astana), Alexis Vuillermoz (Ag2r), Thibaut Pinot (Fdj), Michael Rogers e Peter Sagan (Tinkoff), Winner Anacona e José Herrada (Movistar), Lars Bak e Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), Simon Geschke (Giant), Joaquim "Purito" Rodriguez (Katusha), Adam Yates (Orica), Michal Kwiatkowski, Matteo Trentin e Rigoberto Uran (Etixx), Cyril Gautier e Perrig Quémeneur (Europcar), Steven Kruijswijk (LottoNL), Bob Jungels (Trek), Kristjian Durasek e Ruben Plaza (Lampre), Andrew Talansky, Ryder Hesjedal e Dylan van Baarle (Cannondale), Nicolas Edet (Cofidis) e Paul Voss (Bora).

La piccola armata in fuga subiva una sfrondatura perentoria  45 km dal via, quando a rimanere in testa erano in nove,  Pinot, Rogers, Sagan, Yates, Bak, Geschke, Kwiatowski, Trentin ed Hesjedal. Pinot si aggiudicava il Gran Premio della Montagna del col du Bez, Rogers quello de la Coix de Bauzon. Lo  sprint di Aubenas, invece, era affare di Sagan. Pinot, poi, faceva bis al gpm dell'Escrinet, dopodiché Trentin trovvaa la scatto giusto per porsi da solo alla testa della corsa.

Mancavano 48 km all’arrivo: poco più di dieci chilometri dopo, sette dei nove fuggitvi venivano ripresi dal gruppo maglia gialla, o, secondo la terminologia che abbiamo stabilito, dall’orda d’oro. Hesjedal si metteva alle calcagna di Trentin, e lo raggiungeva poco prima che Sagan fosse costretto a fermarsi per qualche minuto, causa foratura. A 29 km dalla fine il duumvirato Trentin-Hesjedal veniva ripreso dall’orda. Ed erano 11 quelli rimanenti quando il nuovo assetto in testa alla corsa vedeva  dominare i colori delle grandi squadre: Sky, Europcar, Bmc, Lampre e Tinkoff.

Tentativi di allungo, tutti vani: ci provavano Kwiatowski, poi Stybar (Etixx), poi si facevano avanti Degenkolb (Giant), Kristoff (Katusha) e il solito Sagan: ma per loro sventura nei paraggi si trovava  Greipel, e quando c’è lui non ce n’è proprio per nessun altro.

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