Quasi fosse un rito, un’abitudine tutta pallonara, il giorno dopo le partite si analizzano episodi, si passano alla lente varie situazioni, dagli amici al bar agli opinionisti, una partita non dura mai 90 minuti, ma 24 ore, anche 48 se si conta il clima e le discussioni pre-partita. Chievo - Juventus è una di quelle partite destinate a far parlare di sé a lungo, non tanto per il risultato o la mole di gioco espressa dai campioni d’Italia, quanto per il gol annullato alla squadra meno ricca di Verona.
L'episodio: 1 a 1, partita in bilico, juventini che cercano il forcing per ribaltare un risultato d’iniziale svantaggio, succede tutto in pochi secondi, tiro apparentemente velleitario di Bentivoglio, Buffon respinge male (seconda incertezza della serata) e Paloschi raccoglie per poi depositare in porta. Tutto regolare, 2 a 1 per il Chievo, macché. Il guardalinee Preti alza la bandierina dopo una manciata di secondi, forse tratto in inganno dalla posizione irregolare di Thereau, che comunque non partecipa all’azione.
Un semplice errore, inutile aizzare discorsi pleonastici sulla malafede degli arbitri, è un semplice abbaglio facilmente evitabile con l’ausilio della tecnologia. Moviola in campo, come già accade nel Basket, nel Rugby, pochi secondi, un solo sguardo sarebbe bastato per far prendere all’arbitro la decisione giusta, invece no. Si sentiranno per mesi le solite polemica utili soltanto a destabilizzare l’ambiente e i tifosi, ad andare contro gli arbitri che, ricordiamoci, sono esseri umani e per questo possono sbagliare.
Tra l’altro la partita è condita da altri episodi dubbi, mani di Estigarabbia in area di rigore, giusto forse non darlo, non visto l’atterramento di Tevez trattenuto in maniere plateale. Poi l'autogol di Bernardini sul tiro-cross di Pogba, 1 a 2, palla al centro, via alle polemiche.