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Tour de France, la crono è Bmc

Maglia gialla sempre a Froome

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In tutti i grandi pranzi, prima o poi, arriva il momento del sorbetto. Il necessario intermezzo di alleggerimento tra un gruppo di grandi portate (quello iniziale) e un altro (quello finale).

Il “sorbetto” di questa Grand Boucle è stato la tappa di oggi,  la cronometro a squadre Vannes-Plumelec di 28 km, nona frazione in calendario.

Naturalmente, i tifosi di Nibali si aspettavano un sorbetto agli agrumi di Sicilia, come a dire il sorbetto della rinascita: è stato, invece, un sorbetto al cioccolato fondente, con il gusto, cioè, della prelibatezza tipica della Svizzera, la terra degli uomini della Bmc.

Ė stato, infatti, proprio il team di Van Garderen ad aggiudicarsi la prova a tempo, coprendo il percorso in 32’15’’. Seconda si è piazzata la squadra della maglia gialla Froome, la Sky, e con un solo misero secondo di distacco: nessun pericolo, dunque, per la leadership in classifica generale dell’inglese, che può godersi il riposo rimirando gli invariati equilibri in suo favore (oggi, infatti, il Tour de France osserva una pausa). Per lui le “tappe caudine” certamente non mancheranno, da martedì in poi. Terza al traguardo è la Movistar di Quintana a 4’’, quarta la Tinkoff di Contador e del “sagace” Sagan, a 28’’; soltanto quinta l’Astana dello squalo di Messina, e a 32’’.

Niente è perduto, ma di sicuro, dal 14 luglio in poi, ci si augura di vedere un Nibali in versione "An-Nibali", in grado di affrontare le montagne come se fosse in sella ad un poderoso, e travolgente, elefante. Capace, cioè, di ripetere il magistrale miracolo dello scorso anno.  

Tra i tanti ritirati dalla gara per problemi vari, c’è anche un veterano, Luca Paolini, costretto ad abbandonare i gialli sentieri perché risultato positivo alla cocaina: una brutta storia, risalente alla fine della quarta tappa (7 luglio), che rischia di chiudere in modo squallido una carriera vincente, soprattutto nelle grandi classiche di un giorno, vera specialità dell’atleta. Per il momento, comunque, e quindi per ciò che concerne la storia di questo Tour, tutto quel che si può dire è che c’è un razzo Katusha in meno.

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