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Andrea Mari, come vincere il Palio... con Brio

L'uomo che resuscitò la Torre

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Da Andrea Mari… ad Andrea Mari. 

Il primo atto del Palio di Siena 2015 si conclude come il secondo e ultimo dell’edizione 2014, con lo stesso vincitore: il fantino meglio conosciuto come Brio, in sella a Morosita Prima. Ai nastri di partenza cavallo e cavaliere sommavano insieme cinque palii vinti:  quattro, infatti, erano quelli nel curriculum di Andrea Mari-Brio, che di palii ne ha corsi ventidue; a tali e tanti allori, colti da Mari negli ultimi nove anni e che ne hanno fatto un protagonista assoltuto della storia più recente del Palio, il suo decenne destriero aggiungeva il proprio, di alloro, colto nel in una delle quattro edizioni che lo hanno visto competere (parliamo del Palio di Ferragosto del 2013).

Come tutti i  grandi corridori che hanno entusiasmato piazza del Campo, anche Mari è un girovago delle vittorie. Fino ad ora, infatti, il bis di successi gli è riuscito con una contrada sola, quella della Civetta: parliamo dei trionfi al Palio dell’Assunta del 2009 e alla corsa ferragostana dello scorso anno. Ci sono poi quello del 2006, nella carriera di  Provenzano, per i colori della Pantera e quello del 16 agosto 2011 con la Giraffa. Dunque, che Brio fosse un nomade, sulla scia dei più grandi del Palio, lo si sapeva: ieri però si è scoperto che, se si ci mette, sa anche essere uno specialista in resurrezioni di contrade ormai disabituate a vincere. E così, grazie a Brio, esattamente dieci anni dopo l’ultima gioia, ieri la Torre è tornata a vincere una carriera. Prima della vittoria del 2005, è bene ricordarlo, c'erano stati quarantaquattro anni di buco. Dietro la Torre, si è piazzata l’Onda, eterna rivale.

Era destino, in un certo senso, che una contrada lungamente attesa al ritorno alla vittoria dovesse celebrare la sua apoteosi in una corsa il cui inizio si è fatto lungamente attendere: tutto era già pronto, come da tradizione, alle 19.30, ma ci sono voluti più di quaranta minuti perché i cavalli riuscissero ad allinearsi davanti al canape e il mossiere potesse decretare la partenza. Poi, quando finalmente lo spettacolo ha preso il via, ecco il protagonista che non ti aspettavi più: miracolo di Brio, e la Torre rediviva, nello spazio dei tre giri canonici riesce a spuntarla su Oca (la favorita della vigilia), Onda, Civetta, Valdimontone, Pantera, Leocorno, Tartuca, Nicchio e Selva.

Ha provato di tutto, nella sua intensa esperienza al Palio, Andrea Mari; l’amarezza della vittoria sfumata per pochissimo, partenze falsate a causa di mosse impreviste dei suoi cavalli, infortuni sulla linea di partenza, squalifiche per scorrettezze, persino pestaggio da parte dei tifosi della contrada rivale di quella per cui correva, la Lupa: parliamo dell'Istrice. E pensare che il nostro non aveva neppure vinto, ma si era solo piazzato secondo; dopodiché, proprio alla fine della corsa, era caduto da cavallo.

Di certo, però, ancora gli mancava  di vincere una corsa dopo essere riuscito a non farsi vincere dal supplizio psicologico di preliminari allungatissimi. E così è riuscito anche a restituire la gloria ad una nobile decaduta.

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