Mikel Landa: nessuno come lui. E poi, Alberto Contador: nessuno come lui.
In una parola, nessuno come loro, fino a questo momento almeno. Qualcuno ricorda il vecchio spot del dessert “Coppa Bianca”? Diceva più o meno questo: si può gustare la cioccolata, separatamente, o la panna, separatamente, oppure entrambi i gusti insieme. Ecco: Landa e Contador, i due gemelli iberici del pedale, sembrano davvero simili ai due gusti della Coppa Bianca (o Copa Blanca, se si preferisce), godibili tanto presi da soli quanto congiuntamente.
Insieme, sono stati i protagonisti dell’unica bis-doppietta, comprensiva di vittoria di tappa e vittoria della maglia rosa, che abbia arriso ad una nazione: e pazienza se corrono per squadre diverse. Dopo Madonna di Campiglio, la premiata coppia (o il terribile duumvirato) composta dal velocista di Vitoria e dal cronoman-scalatore di Madrid si è equamente divisa i due podi più importanti anche sul traguardo di Aprica.
Poi, al di là dell’accoppiata con Contador, c’è da dire che Landa è il primo corridore a vincere due tappe consecutive in questo giro. Oltretutto, a lui personalmente, non era mai successo, nella sua breve carriera, di vincere due corse una appressa all’altra nel calendario agonistico. El Pistolero, poi, non ha rivali quanto a giornate consecutive di possesso della maglia rosa. Ben undici, quasi di fila (tra l’ottava e la nona, come si ricorderà, c’è stato il brevissimo, effimero interregno di Fabio Aru).
Insomma, la notizia del giorno è che Mikel Landa si è aggiudicato la Pinzolo-Aprica, sedicesima tappa del Giro d’Italia, forse la più importante dell'ultima settimana di corsa. Oltre a tutto quanto è stato già detto, sempre per quello che riguarda la storia personale di Landa, per lui si tratta pure di una doppietta su tappe di montagna. Era forse Landa uno dei dieci fuggitivi che hanno cominciato ad animare una delle tappe regine della Rosea, a partire dal km n. 45? Naturalmente no, giacché nel gruppetto degli “avanguardisti” figuravano i nomi di Bookwalter (Bmc), Felline (Trek), Pellizotti (Androni), Zardini (Bardiani), De La Cruz (Etixx), Niemec (Lampre), Fernandez (Movistar), Mihajlov (CCC), Hesjedal (Garmin) e Armee (Lotto Soudal), ma non certo il suo. Ad essi si è poi aggiunto anche Clarke della Orica, il corridore che, come si ricorderà, aveva vestito la maglia rosa al termine della quarta tappa.
In prossimità del primo Gran Premio di Aprica (il terzo dei cinque della giornata) si registra uno scatto di orgoglio di un vecchio big del giro: Ryder Hesjedal, che, con un’accelerata fulminante, arriva primo al traguardo del gpm, precedendo Niemec e De La Cruz. Potrebbe essere per lui giornata di doppia gloria? No, perché la sua fuga finisce praticamente all’inizio del gpm successivo, la salita del Mortirolo, quando viene risucchiato dai big inseguitori che già avevano travolto gli altri fuggiaschi sorpassati dal canadese. Accanto a Contador e ad Aru i nuovi protagonisti sono Landa e Kruijswijk della Lottto-NL.
Alle prime pendici del Mortirolo, poi, la fortuna serve ad Aru, su un piatto d’argento, l’occasione della storia: Contador fora e perde un minuto dal sardo. E che fa, allora, il campione di San Gavino Monreale? Invece di mettersi le ali ai piedi e inerpicarsi come un lucertolone, si alza semplicemente sui pedali, come se dovesse essere lui a spingere per inseguire: probabilmente, non poteva credere neanche lui a quel vantaggio.
Sarà stato, ad un certo punto, lo “schiaffone” di Pantani dall’aldilà a rallentarlo del tutto, e a far sì che, davanti a lui, sfilassero, con nonchalance, Landa, Kruijswijck e, udite udite, Contador, ripresosi nuovamente alla grande con tenacia teutonica più che ispanica? Alla fine Aru arriva settimo, davvero poca cosa, e le brutte notizie non sono finite: perde anche il secondo posto in clasifica generale, a vantaggio proprio di Landa. Lui e Contador: nessuno come loro. E adesso potrebbero sbranarsi per una maglia rosa.