Ti aspetti i big, ed eccoti spuntare Davide Formolo, classe 1992, anni ventitré (ancora da compiere, per la verità).
E' lui a vincere la Chiavari-La Spezia, quarta tappa del giro d’Italia , dopo una volata a perdifiato iniziata a partire dal Gran Premio della Montagna di Biassa, il terzo e ultimo della giornata, anch’esso vinto dal corridore della Garmin.
La “Roccia”, lo chiamano: volendo fare un po’ di scontata retorica, potremmo invece parlare del Davide contro i Golia. Fabio Aru, uno di loro, ha tentato lo scattino poco prima del Gpm di Biassa, e poi al chilometro conclusivo del circuito di La Spezia ha anche cercato di farsi largo per agguantare il secondo posto, ma è finito sesto: meglio di lui hanno fatto Simon Clarke della Orica GreenEDGE, secondo posto e nuova maglia rosa, Jonathan Monsalve della Southest, terzo, Giovanni Visconti della Movistar, quarto al traguardo, e Jhoan Esteban Chavez Rubio della Orica GreenEDGE, quinto.
Formolo rullo compressore: era arrivato per primo anche sul traguardo del secondo Gran Premio della Montagna, al Passo del Termine. Il primo, invece, sul Colle di Velva, se lo era aggiudicato Edoardo Zardini della Bardiani Csf, lo stesso che ieri aveva trionfato al Colle Caprile.
La maglia rosa, dunque, cambia padrone ma resta ancora sul petto di un australiano della Orica GreenEdge: dopo Gerrans e Matthews, tocca a Simon Clarke. Dietro di lui, in classifica generale, Chavez Rubio a 10”. Fabio Aru è quinto a 23”, appena sotto Contador. Ma anche Formolo, il vincitore di giornata, entra tra i primi dieci. Oltre che per tutto il resto, può complimentarsi con se stesso anche per il fatto di trovarsi davanti a Richie Porte.
Domenico Pozzovivo, intanto, sta meglio: lo ha confermato lui stesso, intervendo telefonicamente al Processo alla Tappa su Raitre. Potrebbe addirittura essere dimesso domani: è una buona notizia, alla vigilia della quinta tappa, La Spezia-Abetone. Cambiano gli scenari, la corsa abbandona la Liguria. E la abbandona anche Domenico, di sicuro con non molta malinconia.