Sabato 9 e domenica 10 maggio 2015. È stata celebrata la XXXV giornata di serie A.
La Juventus non saprebbe proprio cosa chiedere di più al campionato, e concede al Cagliari un punto che consente ai rossoblù di alimentare ancora qualche blanda speranza in chiave salvezza. Allo “Juventus Stadium” i bianconeri passano in vantaggio al 44’ con Pogba, ma vengono raggiunti da Rossettini all’85’. Il cuore e la testa sono già a Madrid. Ora, oggettivamente, solo il Cagliari può continuare a lottare per la salvezza, cioè a fare la sua corsa sull’Atalanta: da ieri pomeriggio, infatti, anche il Cesena è precipitato in serie B, e questo per effetto della vittoria atalantina a Palermo ma, soprattutto, dell’ennesima debacle interna dei romagnoli, ad opera di un Sassuolo che non aveva certo il coltello tra i denti.
Ha avuto la partita in mano, il Cesena, fino al 41’, forte del doppio vantaggio determinato dai gol di Defrel al 15’ e di Brienza al 24’. Poi, il black-out: dimezza Zaza per i neroverdi, quattro minuti prima dell’intervallo, pareggia Taider al 51’ e, poi è Missiroli, al 68’, a ripulire il tavolo per gli uomini di Di Francesco. Così va la vita: ci sono bianconeri che festeggiano l‘ennesimo trionfo in serie A, ed altri bianconeri per cui la serie A finisce qui, al tramonto della quart’ultima giornata.
Spensierato come il Sassuolo era il Palermo, avversario dell’ Atalanta: bisogna ammettere che la squadra di Reja è stata, sì, certamente più cinica del Cesena, ma anche che il Palermo, che giocava al “Barbera”, era senz’altro più in vena di regali. Proprio su un’autorete rosanero, infatti, quella di Andelkovic al 17’, i bergamaschi hanno corroborato il loro vantaggio, le cui fondamenta erano state messe da Baselli al 6’. Al 43’ Vazquez prova a riaprire la gara per i padroni di casa, ma al 51’ Alejandro Gomez allunga ancora per gli orobici; il risultato torna nuovamente in bilico al 68’ con il secondo gol palermitano, segnato da Rigoni, e così resterà fino alla fine. Il Palermo è contento perché ha dato un senso ad un’altra gara che non cambia la storia del suo campionato, e lo è anche l’Atalanta, che può dare ad una vittoria forse decisiva per la sua permanenza (e per l’intero capitolo-salvezza del campionato) il sapore di un’impresa.
Corsara come l’Atalanta è la Sampdoria, che al “Friuli” travolge l’Udinese con quattro reti: sono quelle di Soriano al 25’ e al 62’, di Acquah all’80’ e di Duncan all’89’, che valgono quota 54 punti. Di Natale cerca all’89’ di dare un colpo di pompa ad un gommone sgonfiato. Ma la Fiorentina resta saldamente quinta, grazie alla bella vittoria nel derby toscano con l’Empoli. Al “Castellani” la squadra di Sarri ha comunque onorato pienamente la sfida, parando al 28’ con Saponara il primo colpo di Ilicic (4’), e riaprendo la gara, al 77’, con Mchelidze, dopo aver subito l’1-3 per effetto dei gol segnati da Salah (57’) e ancora da Ilicic (68’). Il Napoli è ancora quarto, ma manca l’aggancio alla perdente Lazio. Altra platonica impresa del Parma, in vantaggio ben due volte, con Palladino al 9' e Jorquera al 37’, e per ben due volte raggiunto dai partenopei, che segnano con Gabbiadini al 28’ e quindi Mertens al 72’.
Torna finalmente alla vittoria il Milan, e davanti al proprio pubblico: mister B. sbatte la porta in faccia a mr. Bee (e ci scusiamo se in un precedente articolo avevamo dato praticamente per certo il passaggio di proprietà) e ritrova il Diavolo che gli piace di più. I gol di van Ginkel (il primo con la maglia rossonera) al 39’ e di Destro (ex della partita) al 60’ forse non salveranno la stagione, ma potrebbero non far naufragare il progetto su cui la stagione era stata imperniata. Sì, insomma, è bastata una bella e convincente vittoria sotto le stelle per far risalire improvvisamente…Le quotazioni di Inzaghi.
Alla fine, non è escluso che potrebbe esserci proprio lui nel futuro del Milan, quel futuro in cui Berlusconi sembra essere tornato a credere (“Finché non trovo qualcuno che garantisca quanto mi aspetto per questa squadra, e che non voglia solo farsi pubblicità come sta facendo Thohir all’Inter, non la cedo”): e non è proprio un’utopia pensare che Ibrahimovic possa tornare a calcare il prato di San Siro. Note dolenti per la Roma, invece: solo Totti, subentrato a Pjanic al 69’, la tiene in piedi, trasformando da par suo al 72’ il rigore concesso per l’atterramento di Iturbe in area milanista. Poi, all’80’, Bocchetti, ben servito da Iturbe, avrebbe voluto metterla dentro e beffare il Milan, ma non è con le intenzioni che si tiene alla larga la Lazio. Fortuna, però, che quest’ultima perde in casa contro l’Inter. Garcia ringrazi pure un doppio Hernanes, in gol al 26’ e all’89’. Fosse stato per Candreva, infatti, che aveva aperto le marcature all’8’, ci sarebbe stato il sorpasso dei cugini. I nerazzurri, invece, che hanno pure fallito un rigore con Icardi al 62', sono ora a due punti dalla Samp.
Scoppiettante derby dell’Arena, almeno per un tempo: tra ed Hellas Verona, infatti, il risultato finale di 2-2 era già stato fissato alla fine dei primi quarantacinque minuti. Segna al 9’ Paloschi, match winner all’andata, ma il Verona non ci mette molto a scrollarsi di dosso gli incubi del passato: pareggia solo dieci minuti dopo con Juan Gómez e poi passa addirittura in vantaggio con Toni al 26’, e a quel punto ai pandorini non resta che rimontare: neanche loro ci mettono tanto, in realtà, a riuscirci, e cinque minuti prima dell’intervallo, grazie ad un rigore di Pellissier, tornano a galla. Al rientro dagli spogliatoi si riparte in pratica da zero, ma non succede più nulla.
Questa sera una giornata piena di gol si chiude con Genoa-Torino.