Sabato 18 e domenica 19 aprile. È stata celebrata la XXXI giornata di serie A.
A Torino la Juventus si beve la sua nuova grande antagonista, la Lazio, succeduta alla Roma, e ormai ha quasi la certezza di non doversi scucire lo scudetto di dosso. Decidono Tevez al 17’, sulla linea del fuorigioco, e Bonucci, che al 28’ al culmine di una cavalcata bruciante insacca con un tiro rasoterra. La Sampdoria va in bianco col Cesena, ma il risultato, che in altri tempi sarebbe stato prestigiosissimo per i romagnoli, in realtà fa male soprattutto agli uomini di Di Carlo: il distacco della quart’ultima, l’Atalanta, è salito infatti a sette punti, alla luce del buon pareggio dei bergamaschi in casa della Roma. Sotto il Cupolone succede tutto nel corso del primo tempo: al rigore-lampo di Totti risponde Denis al 23’, anch’egli su rigore. Per Reja sette punti in sei partite: continua la politica dei piccoli passi, che alla lunga potrebbe anche pagare, a patto che si possa continuare ad approfittare delle sciagure altrui. Ma bloccare i giallorossi allo stadio “Olimpico” fa sempre piacere, specie ad un ex laziale di lungo corso com’è Reja.
Se la Roma, agganciando la Lazio, è sì tornata seconda , ma è come se fosse terza, il Napoli ha ben donde a sentirsi moralmente terzo pur essendo quarto. Gli uomini di Benitez infatti, col sonoro 0-3 rifilato al Cagliari si portano da +1 a +3 sulla Sampdoria e consolidano la loro posizione alle spalle delle due (staccatissime) inseguitrici della Juve. Se anche i viola di Montella dovessero vincere nel posticipo, i partenopei manterrebbero comunque un punto di vantaggio. E tutto questo per merito di Callejón e di Gabbiadini mattatori al “Sant’Elia” rispettivamente al 24’ e al 59’, insieme al povero Balzano, che al 46’ trafigge il suo stesso portiere. Due campane a morto (più una) per Zemanlandia?
Doveva essere la partita-clou della giornata, invece Inter-Milan si è conclusa con lo stesso risultato di Sampdoria-Cesena. L’unica differenza è che al “Meazza” il punto non nuoce a nessuno: peccato, però, che valga per entrambe più o meno come lo 0,5% di crescita nel Pil di uno Stato. Ma tant’è: Milan 43, Inter 42. Torneranno le annate “da bere” per la Milano calcistica…
Al Sassuolo sono mancati due punti nella gara meridiana interna col Torino, ma può consolarsi calcolando che gli mancano in pratica proprio due punti per centrare la seconda storica salvezza consecutiva nella massima serie: così, in casa estense non si fa certo una tragedia se Quagliarella al 59’ ha vanificato il vantaggio messo a segno dal solito Berardi su rigore al 45’. Qualche altro piccolo sforzo dovrà invece produrlo l’Empoli, che il Parma tornato nella sua versione migliore riesce a inchiodare sul 2-2 al “Castellani” e non senza fargli provare qualche brivido: sono stati proprio i ducali, infatti, a passare in vantggio al 20’ col promettente Lodi; poi Maccarone al 32’ mette a posto le cose e Tonelli al 45’ sembra preannunciare un nuovo pomeriggio di gloria all’ombra del santuario della Madonna del Pozzo, ma poi Belfodil, ineluttabile nome di diavolo, si staglia tra le fiamme dell’inferno parmense e rovina la festa laggiù in riva all’Arno.
Pareggio casalingo anche per il Chievo, ma anche per gli uomini di Maran è sostanzialmente indolore: i dolori li avrebbe avvertiti, semmai, l’Udinese, se non fosse riuscita a rimediare al gol di Pellissier giunto su rigore al 39’. Ma per fortuna sono stati gli stessi pandorini a darle una mano, con un’autorete di Cesar al 71’. Non è più Natale ma, in casa clivense, il profumo di permanenza che già si avverte nell’aria rende tutti un po’ più inclini ad esser buoni e a fare regali. Salvezza ampiamente centrata, invece, per il Palermo: con una doppietta di Chochev (9’ e 31’) le aquile rosanero annacquano forse definitivamente le speranze di inserimento in zona Champions dei grifoni, che danno un senso alla loro presenza al “Barbera” col gol di Iago al 51’.
Il turno si concluderà domani sera con Fiorentina-Verona.