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Milan, Berlusconi vende

A confermarlo è lo stesso ex premier

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Il sogno di una dinastia berlusconiana? Non è completamente infranto, ma se pure Barbara, la primogenita di secondo letto dell’ex Cavaliere, resterà al Milan, di sicuro non sarà più la “delfina” della proprietà.

Adesso, con la cessione del 75% delle quote rossonere ad un gruppo non altrimenti noto di imprenditori cinesi – per quanto se ne può sapere in questi minuti, non si ha la certezza che sia  Zong Qinghou, il re delle bibite, con cui era in corso una trattativa nelle ultime settimane – i padroni del vapore calcistico milanese, su entrambe le sponde, hanno gli occhi a mandorla.
Silvio Berlusconi lascia il “Diavolo” nella fase declinante di una ultraventennale epoca d’oro, nel corso della quale il Milan da nobile decaduta, in bilico tra A e B, è tornata ad essere protagonista assoluta, in Italia e nel mondo. Sacchi, Capello, Zaccheroni, Ancelotti, Allegri e poi gli ultimi, poco esaltanti anni: era arrivato il momento di calare il sipario. E da quel grande affarista che è, il Caimano lo ha fatto alla grande, facendo pesare il valore di mercato di una superpotenza calcistica con pochi uguali in Europa: 1,5 miliardi di euro, tanto gli è venuto in tasca dalla vendita della maggioranza delle azioni della società. Ed è pure riuscito a strappare ai nuovi proprietari una condizione di favore non di poco conto: la certezza che la figlia resterà nella dirigenza, col compito di amministratore delegato, così da  perpetuare, seppur in piccola parte, il marchio di famiglia.

A dare la conferma dell’avvenuto passaggio di quote è stato lo stesso Berlusconi, martedì sera a Palazzo Grazioli, in una riunione privata con una ventina di Comites, i rappresentanti delle comunità italiane all’estero. “Trattativa ormai chiusa, ci riserviamo nei prossimi mesi di perfezionare le eventuali limature.” Lo rivela l’agenzia Askanews. Berlusconi, aggiunge la stessa fonte, ha lasciato trapelare che il vero regista dell’operazione potrebbe essere nientemeno che il governo di Pechino, interessato a sviluppare la cultura calcistica in Cina.

Un acquisto didattico, dunque, da parte cinese? Di sicuro, sulla rete e fuori, si sprecheranno le ironie dei tanti aficionados milanisti, o semplici calciofili, non-berlusconiani: proprio lui, il grande nemico del comunismo, ha venduto il Milan… a dei comunisti! 

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