È andata così: sul circuito di casa la Ferrari di Fernando Alonso, rossa in un reame blu, si è ritrovata compressa, come il condimento di un sandwich, tra le due Red Bull.
Si sa: Fernando non è mai soddisfatto se non sorride, fiero, sullo scalino più alto del podio, ma oggi, che condivida o meno col suo morale traballante, a lui vanno gli apllausi: a lui che ha trovato un giusto spunto e, pur scattando dalla quinta casellina, si è ritrovato secondo e per tutta la gara è stato degno inseguitore di Sebastian Vettel e, soprattutto, preda caparbia e mai afferrata di Mark Webber.
Un Fernando carico che pensa già alla prossima gara e che, nonostante dalla Rossa a Monza non si poteva pretendere di più, si dice ottimista nei confronti dei prossimi Gran Premi non europei.
Inutile fare il “copia incolla” di ormai molte gare; sempre lui è primo: Sebastian Vettel, il quale, non si sa perché, sarà il sellino riconfermato in RedBull, sarà che a Monza lo spirito ironico tocca gli italiani a sfregio, ma si dice “soddisfatto come in poche altre gare” e sorride di gusto, sul podio.
Sorride ugualmente, ma un po’ più deluso del suo terzo posto, Mark Webber, autore di una bellissima gara, una gara, però, effettivamente ai danni di nessun pilota in particolare, poiché Webber non ha firmato alcun sorpasso rilevante e anzi, se Felipe Massa non c’avesse messo quel secondino in più ai box, forse si sarebbe ritrovato quarto l’australiano che dal prossimo anno si darà anima e corpo alla Porche.
Peccato, restando in tema, per Felipe, artefice di una bella partenza e, purtroppo, troppe volte collegato con l’ingegnere in Team Radio, a ricordare che quella rossa proprio non sfrecciava più di così.
Certo Monza è il circuito dei sorpassi e ne sanno qualcosa Rosberg (autore di un brutto fuori pista con tanto di attraversamento ostacoli), Raikkonen (aggressore ed aggredito) e Perez (sfegatato e forsennato); ma questa volta non si può certo dire che Monza “sia stata concepita per la McLaren”, perché la frase di Lewis Hamilton di qualche hanno fa qui non ha affatto attecchito.
Anzi, Lewis è scattato dalla dodicesima posizione e ha chiuso la gara con un nono posto, giusto giusto ad una manciata di punti.
Tirando le somme, un Gran Premio che non ha deluso, caldo abbastanza, caloroso come pochi altri e, soprattutto, a velocità inaudite.
Velocità raggiunte per alcuni, velocità inseguite da altri.
Certo, alla Ferrari sono piaciuti i numeri pari, in questo Gran Premio di casa, ma, forse, il concetto vero e proprio di parità lo si cercherà in seguito, con Vettel.
Al Mondiale l’ardua sentenza.