Al termine delle qualifiche, ogni volta, agli occhi della gente, rimangono numeri.
Numeri che si leggono tutti d’un fiato e che si accompagnano a grida o a speranze.
Numeri che sono frutto di un sabato di concentrazione e numeri che celano tempi da ricordare, come soffi di vento aggressivo, in un pomeriggio di quiete.
E la ventata di numeri prevede terzo posto per un carico Cal Crutchlow, quarto posto per un brillante Stefan Bradl, quinto posto per un deluso Dani Pedrosa, sesto posto per un Valentino abbattuto e che punta sulla gara, settimo posto per la Ducati fiammante di Andrea Dovizioso, ottavo posto per Bautista e nono posto per Hayden.
Sono state volutamente saltate le prime due posizioni.
Volutamente perché, questa volta, le prime due caselline non possono assolutamente essere mescolate, scambiate, fraintese, affiancate alle restanti caselline.
Le prime due caselline di queste qualifiche, i primi due tempi di questo sabato velocissimo, non hanno niente a che vedere con i tempi degli altri piloti, perchè si tratta di tempi impensabili, stratosferici, magici, che viaggiano da soli, senza potersi confrontare, senza mai farsi prendere.
A tre minuti dalla conclusione della q2 (alla quale non è stato ammesso un amareggiato Iannone), Lorenzo sembrava volare, col suo tempo pulito e brillante di 2.00.819.
“Una delle qualifiche migliori della mia carriera” spiega; ed effettivamente è stata una delle qualifiche più belle mai viste, con un guida aggressivissima eppure pulitissima, con un’uscita pazzesca dall’ultima curva e con tanto di ottima staccata finale.
Non c’erano dubbi che la pole fosse sua, se non fosse che lì, a un minuto dalla fine (sembrava strano che il tempismo non fosse il suo), Marc Marquez, per una questione tutta personale, esce dai box con moto nuova, si tuffa nell’asfalto, rimescola materiale, gomme, muscoli e nervi e sfreccia con la sua Repsol Honda, guidando come un pazzo, allo stesso modo afferrando ogni possibile limite di velocità e facendo registrare il tempo record di 2.00.691.
Tempo pazzesco che neppure veterani come Stoner o Rossi hanno mai autografato, tempo che solo Marquez poteva firmare, commentando a riguardo, a metà tra l’adolescenziale e l’ironico, con la frase fresca e “alla Marquez”: “Spingere la gomma al cento per cento è stato divertente!”.
Una frase che suonava così solenne e cattiva, detta davanti ad un Lorenzo deluso e paziente, che poi è stata attutita dalla frase di Marquez : “ma domani la gara sarà dura”.
Ma nessuno la prende alla lettera, questa frase “riparatoria” dopo un record del genere, perché tutto ci si può aspettare, da questo spagnolo formidabile, che è stato definito proprio oggi “l’apoteosi della precisione”.