Dopo la batosta subita in casa dalla Roma ad opera del Bayern, la Juventus era chiamata a riscattare il nome calcistico dell’Italia in Europa. Non ce l’ha fatta, ma la sua partita si può ampiamente salvare grazie al prepotente risveglio del secondo tempo. Che però non è bastato a recuperare il risultato, compromesso nel primo. E così gli uomini di Allegri rimediano il secondo stop consecutivo in Champions League: dopo la serata storta di Madrid, è arrivata anche quella di Atene, contro l’Olympiakos. Tutta colpa di un primo tempo sostanzialmente buttato via, dunque; nel corso del quale la Juve, incapace sia di costruire che di buttarsi il cuore oltre l’ostacolo, si è affidata ai calci piazzati di un Pirlo neppure al massimo della forma. E i padroni di casa, invece, erano ficcanti, eccome se lo erano: la punizione di Dominguez al 7’, che costringeva Buffon ad un volo di campione, era già il preludio del gol, magari non immediato, ma praticamente nell’aria. Gol che è arrivato esattamente dopo un primo timido ritorno in superficie della Juventus, con due calci d’angolo insidiosi eseguiti da Pirlo; correva il minuto 35, quando Kasami, ottimamente servito da Mitroglou, trafiggeva Buffon con un tiro preciso. La Juventus torna allora a farsi avanti ma sempre senza convinzione, e prima del’intervallo ripone le sue ultime speranze in una bella punizione di Pirlo dal limite (44’).
Il riposo giova ai bianconeri, che torna in campo decisamente più arrembante. E per un Pirlo molle (sostituito al 56’) e un Tevez volenteroso quanto scarico, c’è un Morata in versione deluxe. La storia del secondo tempo sta tutto nel suo duello con Roberto, il portiere-fenomeno con una carriera da incompreso. Dopo che, al 59’, ancora Kasami va vicino alla segnatura, con una conclusione che sfiora la base del palo alla sinistra di Buffon, e dopo che Tevez, al 63’, tenta di replicare per la Juve, con un tiro sparato sopra la traversa, Roberto comincia a scaldarsi le mani al 66’ su una botta centrale del bianconero ex madridista. Qualche minuto di tregua e poi 71’: lo stacco di testa “illuminato” di Morata non trova la porta. 76’: Roberto vola a togliere dal sette un pallone indirizzato a rete da Pogba direttamente da cross sulla sinistra; un minuto dopo, per dire di no, a Tevez, deve fare uso dei piedi. Ed è ancora un super-Roberto con i riflessi d’acciaio al 79’: quando tutti gridano – finalmente – al gol di Morata, quello Spiderman riesce a far sbattere il pallone contro la parte bassa della traversa, e a farlo ricadere giù senza che tocchi la linea. L’ultima prodezza della serata Roberto la concede all’85’, con una respinta d’istinto su Tevez.