Il mondo degli appassionati di Formula uno degli anni 80 piange la scomparsa di Andrea De Cesaris, pilota protagonista nel circus automobilistico per quindici anni in cui deteneva i record per numero di gare disputate senza vittoria (214), ritiri complessivi (148) e ritiri consecutivi (22), tanto da essere soprannominato “il campione sfortunato”. De Cesaris ha trovato la morte nel pomeriggio di ieri mentre era alla guida della sua moto, una passione che divideva insieme alla F1 e al windsurf, sul Grande Raccordo Anulare di Roma, all'altezza dello svincolo per la zona Bufalotta. Un'avaria o forse un malore le cause dell'incidente mortale, in cui l'ex pilota romano è andato a sbattere contro il guardrail di cemento, morendo sul colpo. Nato nel 1959 De Cesaris fece il suo debutto in Formula uno nel 1980 con la scuderia Alfa Romeo, dove trascorse alcune stagioni e alla quale sono legati i suoi risultati migliori, tanto da essere soprannominato da molti appassionati “l'alfista”, anche per essersi trovato successivamente a correre per scuderie che montavano motori Alfa, come Braham e Minardi. Pilota sanguigno, in un'epoca dove le vetture di F1 richiedevano muscoli e nervi per essere guidate Andrea De Cesaris ha tenuto duro, tra i tanti ritiri e rotture dei motori, tanto che i (poco) sportivi inglesi lo soprannominarono “Andrea De Crasheris”, appellativo del quale il pilota romano si curò il giusto, motivando certe ripicche atte a mascherare un'ipocrisia tipicamente anglosassone nell'automobilismo. Estroso, divertente e irruento, così viene ricordato dagli amici e dai numerosissimi fans che da tutto il mondo attraverso il web si stanno unendo al dolore della sua scomparsa, un corridore che non si è mai arreso nonostante le avversità e che, a giudizio di molte voci nell'ambito delle formule automobilistiche, molto sfortunato perché in molte gare ha pagato l'inaffidabilità di molte vetture, i cui insuccessi naturalmente le case automobilistiche preferirono accollarli a lui, ma che erano anche consci di come la sua esperienza potesse testare motori e auto per il futuro. Andrea De Cesaris lascia un vivido ricordo di sé, per la grinta e l'umanità che lo hanno sempre condraddistinto e che lo hanno fatto diventare uno degli “eroi” della Formula uno degli anni 80.