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MotoGP | GP Americhe 2023: analisi circuito di Austin

Una pista ricca di curve e cambi direzione stressante per i freni. Analizziamola

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A due settimane di distanza dal GP Argentina che si è svolto presso il Circuito Termas de Rio Hondo e vinto dalla Ducati Mooney VR46 di Marco Bezzecchi, questo weekend il Motomondiale farà tappa al Circuit Of The Americas per il terzo appuntamento iridato della stagione. La scorsa edizione ha trionfato Enea Bastianini in sella alla Ducati Team Gresini.

MOTOGP | GP AMERICHE 2023: LE ORIGINI DEL CIRCUITO DI AUSTIN

La pista che sorge ad Austin è lunga 5513 metri ed è composta da venti curve, delle quali undici a sinistra e nove a destra. E’ stata progettata dalla ‘HKS, inc’ con la supervisione dall’architetto tedesco Hermann Tilke. I lavori per la costruzione dell’impianto iniziarono nel 2010 e vennero conclusi due anni dopo. Nel novembre 2011 ci fu una sospensione momentanea dei lavori per la realizzazione della pista a causa di una diatriba tra gli organizzatori della gara e i costruttori dell’impianto relativa alla cessione dei contratti.

Il simbolo del tracciato a stelle e strisce è la torre panoramica alta 77 metri, utilizzata come punto di riferimento del COTA, progettata dalla Mirò Rivera Architects e costruita dalla Patriot Erectors. Il layout è stato disegnato ispirandosi alle curve Maggotts, Becketts e Chappel di Silverstone, allo snake iniziale di Suzuka, all’arena del terzo settore dell’Hockenheimring e alla curva 8 di Istanbul. La prima gara ufficiale si disputò il 18 novembre 2012 in occasione del GP USA di F1 vinto da Lewis Hamilton con la McLaren MP4-27.

MOTOGP | GP AMERICHE 2023: ANALISI CIRCUITO DI AUSTIN

Il record assoluto della pista appartiene a Jorge Martin, che nel 2022 fece registrare la pole position fermando il cronometro sull’2:02.039. Sempre in occasione dell’edizione antecedente il nuovo giro veloce in gara fu stabilito da Bastianini in 2:03.521. Le distanze di gara previste per le tre classi sono le seguenti: MotoGP (20 giri, 110.3 km), Moto2 (18 giri, 99.2 km) e Moto3 (17 giri, 93.7 km). Si tratta di un tracciato che pone sotto stress l’impianto frenante, come testimoniato dai dati riferiti dalla Brembo: la distanza della fase di frenata è 1484 metri, il 30% della percorrenza di un giro, mentre il tempo speso in frenata è di 36 secondi, il 27% nell’arco di un giro.

Utilizzando l’onboard camera di Rossi nel corso delle qualifiche del 2017, analizziamo le caratteristiche della pista. Dalla linea del traguardo alla Big Red (curva 1) ci sono circa trecento metri di distanza. La salita che porta dal rettilineo alla prima curva ha un dislivello di 41 metri. Curva 1 è una sinistra da percorrere in seconda marcia, la cui trazione in uscita porta alla sequenza di otto curve consecutive in successione, prima verso destra e poi verso sinistra: curva 2 (155 km/h, 4a marcia), curva 3 (163 km/h, 3a), curva 4 (142 km/h, 3a), curva 5 (128 km/h, 3a), curva 6 (127 km/h, 3a), curva 7 (115 km/h, 2a), curva 8 (99 km/h, 2a) e curva 9 (108 km/h, 2a).

Successivamente alla nove, la pista va nuovamente in discesa e i piloti devono affrontare la curva 10 sinistra in quinta marcia a 211 km/h prima di frenare per il tornante della curva 11, nella medesima direzione, da percorrere in prima marcia a 65 km/h. L’accelerazione una volta sorpassato il punto di corda è di fondamentale importanza in questo punto della pista texana, dato che in seguito vi è lungo rettilineo, della lunghezza di circa un chilometro, in fondo vi sono le maggiori possibilità di sorpasso alla staccata della curva 12 dato che le moto della classe regina decelerano da 359 km/h a 66 km/h.

Secondo i dati Brembo, lo spazio di frenata è di ben 316 metri, la staccata più lunga di tutto il mondiale, il tempo impiegato è di 6.4 secondi e il carico massimo esercitato sulla leva del freno è di 5.5 kg. La decelerazione è di 2 G, mentre la pressione del fluido freno HTC 64T raggiunge i 10.5 bar. La temperatura del disco arriva sino a 660°. Alla dodici, segue la doppia destra delle curve 13 e 14, ambedue da affrontare in seconda marcia alle rispettive velocità di 79 km/h e 121 km/h, e il successivo cambio di direzione per la curva 15, da percorrere in prima marcia a 67 km/h.

In seguito, vi sono tre curve verso destra da fare in quarta marcia parzializzando l’acceleratore: curva 16, curva 17 e curva 18. Successivamente alla diciotto, vi è la doppia sinistra delle ultime due curve del tracciato. Curva 19 si affronta in terza marcia alla velocità di percorrenza di 148 km/h, alla quale segue la curva 20, si fa in seconda a 97 km/h, che immette sul rettifilo del traguardo.

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