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F1 | GP Arabia Saudita 2023: analisi circuito di Jeddah

Un tracciato cittadino ricco di curve veloci e rapidi cambi di direzione. Analizziamolo

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A due settimane di distanza dal GP Bahrain che si è disputato al Bahrain International Circuit e vinto da Max Verstappen, questo fine settimana la F1 farà tappa in Arabia Saudita, a Jeddah, per il secondo appuntamento iridato della stagione 2023. Il Jeddah Corniche Circuit è lungo 6175 metri ed è composto da 27 curve, delle quali sedici a destra e undici a sinistra.

Secondo i tecnici della Brembo, la lunghezza complessiva della frase di frenata per ogni giro è di 596 metri, pari al 10% della percorrenza di un giro, mentre il tempo speso in frenata è di 10.97 secondi, il 13% della percorrenza di un passaggio. Per la tappa di Jeddah, la Pirelli Motorsport ha optato per la seguente gamma di pneumatici: hard C2, medium C3, soft C4. Le pressioni minime al via saranno di 22.5 psi all’avantreno e 21.0 psi al retrotreno. Il camber minimo sarà di -3.25° all’anteriore e -1.75° al posteriore.

L’evento si disputerà in serata, conseguentemente lungo la percorrenza della pista sono stati installati 1500 riflettori che illumineranno il tracciato, per un totale di 200.000 metri di cablaggi elettrici. Il 61 per cento della percorrenza sul giro si affronterà con l’acceleratore pigiato al massimo.

Dalla linea del traguardo alla prima curva ci sono 220 metri di distanza. La prima chicane del tracciato mediorientale è una sinistra-destra da percorrere in ingresso in seconda marcia a 103 km/h e in uscita a 91 km/h con la medesima marcia. In seguito vi è la curva 3 verso sinistra, da dare in quinta marcia a 221 km/h, alla quale segue un breve allungo che porta alla curva 4, una sinistra da affrontare in quinta marcia a 242 km/h.

Successivamente vi sono tre chicane veloci in successione da percorrere tutte in sesta marcia. La chicane destra-sinistra delle curve 5 e 6 da percorrere alle rispettive velocità di 248 km/h e 252 km/h. Il cambio di direzione sinistra-destra delle curve 7 e 8 le monoposto lo affronteranno a 254 km/h in ingresso e a 261 km/h in uscita. In seguito vi è la chicane destra-sinistra delle curve 9 e 10 da percorrere rispettivamente a 253 km/h e 271 km/h.

Dopo la sezione di curve veloci e rapidi cambi di direzione in sequenza vi è verso destra la curva 11, da affrontare in pieno in settima marcia a 283 km/h, e in direzione opposta la curva 12, anch’essa si affronta con il piede dell’acceleratore pigiato al massimo in ottava marcia a 292 km/h. Successivamente vi è un breve allungo che porta alla curva 13. Si tratta di una sinistra a medio raggio di percorrenza da affrontare in quarta marcia a 156 km/h caratterizzata da un banking di 12°, simil sopraelevata della curva 3 dello Zandvoort Circuit

L’uscita da quest’ultima porta prima alla curva 14 verso destra, da fare in pieno in sesta marcia a 263 km/h, e dopo alla curva 15 in direzione opposta, da affrontare in sesta marcia a 241 km/h. Successivamente alla chicane destra- sinistra delle curve 16 e 17, che le monoposto affronteranno rispettivamente in quinta marcia a 216 km/h e in sesta marcia a 238 km/h, vi è una successione di curve veloci sinistra-destra: curva 18 (6a, 259 km/h), curva 19 (8a, 296 km/h), curva 20 (8a, 309 km/h), curva 21 (8a, 315 km/h) e curva 22 (6a, 235 km/h).

Dopo, vi è la doppia destra delle curve 23 e 24, ambedue si percorrono in sesta marcia alle rispettive velocità di 236 km/h e 249 km/h. In seguito alla doppia sinistra delle curve 25 e 26, entrambe da affrontare in pieno in ottava marcia a 307 km/h e 319 km/h, vi è la curva 27, ultima curva della pista saudita e punto di frenata più esigente del tracciato.

Le monoposto decelerano da 319 km/h a 113 km/h nello spazio di 123 metri e nell’arco di 2.47 secondi. La decelerazione è di 4.9 G, il delta velocistico è di 206 km/h. La potenza frenante è di 2611 kW, la pressione sul pedale del freno è di 154 chilogrammi.

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