Stefano Domenicali fu, per moltissimi anni, il braccio destro di Jean Todt, quello stesso Todt che gli affidò il controllo del team di Maranello e che si fidò di lui più di chiunque altro.
Tuttavia, la Rossa che sempre lottava per il titolo Mondiale (compreso lo scorso anno, nonostante difficoltà e mosse false), quest’anno proprio non ha il passo gara e Domenicali è stato accusato di essere il primo responsabile dell’andamento decrescente.
Incedono lente e solenni le sue dimissioni e il posto spetta, ora, a Marco Mattiacci.
Mattiacci, ricostruendo in breve la sua storia automobilistica, entra in Ferrari nell’anno 1999, dopo la permanenza durata anni in Jaguar Ford e, qualche tempo dopo, nel 2006, diventa presidente e amministratore delegato nell’area asiatica.
Dal 2010 si sposta nell’area ferrarista nord americana e, oggi, prende il comando del team di Formula1 che, restando in tema pasquale, si può decisamente dire che necessita di una risurrezione.
Circa l’ingresso di Mattiacci in scuderia, Alonso dice: "Dobbiamo dargli tempo e lasciare che si adatti. Bisogna che percepisca immediatamente il supporto di tutti per fare in modo che si senta a suo agio fin dal primo giorno e possa gestire il team con successo.
Non ho ancora avuto la possibilità di parlare con lui ma lo aspetto per dargli il benvenuto. Da parte mia farò di tutto per aiutarlo".
Kimi Raikkonen, dal canto suo, per la prima volta più esauriente e loquace dello spagnolo Fernando Alonso, dichiara: "Non conosco molto bene Marco Mattiacci. Di certo qui troverà un grande gruppo di persone che lo accoglieranno e lo aiuteranno ad adattarsi rapidamente.
Prevedo che non avrà problemi e sono sicuro che farà un ottimo lavoro per noi. Avrà tutto ciò che gli serve per farci crescere".
E riguardo alle dimissioni di Stefano Domenicali, il pilota finlandese si esprime in questi termini: "Tutti siamo rimasti un po’ sorpresi, ma si è trattato di una decisione di Stefano. Se si è sentito di fare così bisogna accettarlo, la vita va avanti. Personalmente io trovo tutto questo triste perché credo sia un ottimo ragazzo e perché ho lavorato con lui per molti anni. Le cose però sono andate in questo modo e sono sicuro che il team saprà gestire la situazione".
Ottimismo in casa Ferrari, insomma.
Sperando che le prestazioni rendano palpabile e dimostrabile questo trasudato ottimismo.