A prima vista, la scelta sembrerebbe obbligata: il profilo 1 è certamente quello che fa al caso di una Nazionale.
Ma si sa che, in fondo, già soltanto dicendo “profilo” si vuol far intendere che si attua una semplificazione secondo schemi di perfezione statistica e che, nella realtà, ogni allenatore è una combinazione di più tipologie, tra quelle che elenchiamo qui di seguito. Senza contare che un tecnico può trovarsi, oggi, inquadrato in una certa tipologia in seguito ad un’evoluzione della propria carriera, in precedenza classificabile sotto un’altra tipologia. Certo, però, che se, come nel caso di Gian Piero Ventura, si sceglie una personalità che assomma in sé le caratteristiche del “mago delle promozioni” e dell’ “affidabile navigatore” forse si rischia qualcosa in termini di spessore nella dimensione internazionale.
Federale. Ha una profonda conoscenza del campionato che rappresenta il più alto livello del calcio del suo paese, e intrattiene ottimi rapporti politici con i dirigenti di tutti i club militanti in esso, che riconoscono in lui una figura super partes. Ha anche una valida rete di collaboratori, che sono la sua estensione in campo internazionale. Lavora come un allenatore, ma pensa come un dirigente del calcio, ed è un manager preparato a 360° sulle caratteristiche di tutti i giocatori del suo paese che risultano tesserati, in ogni reparto, dal primo all’ultimo club della massima serie. Lo distingue un’altissima capacità di selezione. Il prototipo è sempre lui: il leggendario Vittorio Pozzo. Ma ci sono anche Valcareggi, Bernardini e, naturalmente, Enzo Bearzot.
Enzo Bearzot
Signore dello scudetto. È uno specialista nel creare un gruppo vincente, che possa dare garanzie di successo per più di una stagione, e nel saper amministrare le sequenze di risultati positivi. Sa perfettamente che è fondamentale saper sfruttare il fattore campo con continuità, ma è decisivo anche vincere in trasferta tutti gli scontri diretti. I prototipi classici sono Carlo Carcano, Nereo Rocco, Helenio Herrera e, in tempi più recenti, l’inimitabile Giuàn Trapattoni.
Giovanni Trapattoni
Re di coppe. La sua visione del successo mal si concilia con i tempi lunghi di un campionato nazionale. Ha, piuttosto, la personalità adatta alle competizioni con scontri ad eliminazione diretta (la Coppa Italia), e una vocazione internazionale di fondo, che si esalta nei match con squadre straniere (parliamo delle coppe europee per club). Si tratta del profilo di allenatore più adatto a guidare una rappresentativa nazionale, dopo il federale. In Italia lo personifica perfettamente Arrigo Sacchi. Se parliamo soltanto di Coppa Italia, però, non possiamo non rivolgere un pensiero anche ad Eugenio Bersellini.
Arrigo Sacchi
Mago delle promozioni. Più o meno ha le stesse caratteristiche del signore dello scudetto, se non fosse che i suoi “scudetti” li vince nelle serie inferiori (dalla serie B a scendere). Inoltre, non ha l’obbligo di dar forma ad un progetto a lunga scadenza per la squadra che porterà alla vittoria: in genere gli basta e gli viene richiesto, infatti, di costruire il gruppo ideale per quella stagione in cui dovrà centrare la promozione. Ricordiamo tra gli altri Carlo Mazzone, Luigi Simoni, Giovanni Galeone, Gaetano Salvemini, Bruno Bolchi, Eugenio Fascetti, Nedo Sonetti, Edoardo Reja, Giancarlo Cadè, Giovan Battista Fabbri, Roberto Clagluna e, attualmente, Fabio Brini, Piero Braglia e Giuseppe Iachini.
Eugenio Fascetti
Affidabile navigatore. A questo profilo di allenatore in genere si affidano le chiavi di una squadra che aspira, prima di tutto, ad una tranquilla permanenza nella categoria in cui già milita (ma da cui ci si possono aspettare anche delle sorprese). La sua ricetta è: un buon numero di vittorie-chiave, tanti pareggi e pochissime sconfitte. Se le cose si mettono male in genere gli subentra un tecnico come lui oppure un arpionatore di salvezze. Affidabili navigatori di oggi sono, per la serie A, Rolando Maran, Marco Giampaolo e Gian Piero Gasperini. Nel passato più recente, invece, possiamo ricordare Rino Marchesi, Giancarlo De Sisti, Luigi Cagni, Bruno Giorgi, Fernando Veneranda e Bortolo Mutti. Ma il mito, inarrivabile, resta sempre lui, Oronzo Pugliese. Mazzone, comunque, perde davvero di poco il confronto.
Rino Marchesi
Arpionatore di salvezze. In serie A fino alla più infima delle categorie, è l’uomo che dovrà tentare, quasi sempre in corsa, l’impresa quasi sempre disperata di raddrizzare le sorti di una squadra nel pantano della zona retrocessione. Mai come per questa tipologia di allenatore il fattore campo è letteralmente vitale: per lui vale la regola aurea della vittoria in casa (anche col minimo scarto) e del pareggio in trasferta. Fanno eccezione, naturalmente, gli scontri diretti, in cui è essenziale assicurarsi tutta la posta in palio, sia in casa che fuori. Il più illustre rappresentante di questa categoria è Giorgio Rumignani, che non ha mai allenato in serie A, così come Giampiero Vitali. Se vogliamo trovare un vero esempio in massima serie, invece, dobbiamo pensare ancora una volta a Mazzone, un cui epigono è Serse Cosmi.
Giampiero Vitali