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Vettel trionfa ad Abu Dhabi

Rimonta Ferrari; secondo Webber, terzo Rosberg

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Allo Yas Marina Circuit, al termine della gara di oggi, una gara tra le migliori della stagione, una pioggia di coloratissimi frammenti di fuochi pirotecnici ha invaso, per ossimoro, il paese del sole.
E lì l’arancione, il verde, il blu, il giallo, il rosso, il fucsia e mille altre sfumature si sono mescolate, girate, fuse, ingarbugliate e sono cadute sul circuito, sulle scie dei ventidue piloti, sulle traiettorie delle scuderie vincenti e sul fumo bianco della vettura di Vettel, vittima di una giravolta al termine della gara.
Una giravolta per festeggiare, una giravolta per far vedere a quel pubblico quasi interamente ferrarista che anche la RedBull ci sa fare, che anche la RedBull, nonostante l’ingombrante presenza del Ferrari Park, merita attenzione.
Se fare breccia nel cuore degli arabi è difficile, è anche vero che la RedBull ha già mirato e colpito il podio e Sebastian Vettel e Mark Webber si sono fiondati sulla prima e seconda posizione, dopo una bella gara in cui Sebastian è scattato bene e non ha mollato per un attimo la prima posizione e Mark Webber, dal canto suo, nonostante partisse primo, si è comunque meritato e tenuto stretto il secondo posto.
Sullo scalino più basso del podio, ad affiancarli (e probabilmente a mirare al secondo posto costruttori) c’è Niko Rosberg, autore di una buona gara all’insegna della pulizia e dello stile di guida altero che lo caratterizza.
A rincorrerli, non sul podio, ma dalla quarta posizione, c’è stato Grosjean, il francese della Lotus, che ha dato il meglio e che non si è arreso mai e che, in parte, ha risollevato l’umore del team, dopo il ritiro al primo giro di Kimi Raikkonen, lo stesso Kimi che lottava per il secondo posto piloti e, soprattutto, lo stesso Kimi che qui, lo scorso anno, vinse con prestazioni eccellenti e applausi a valanghe.
Ma l’attenzione deve necessariamente spostarsi sui piloti della Ferrari, i quali, saranno anche andati a una manciata di punti, ma hanno regalato brividi come non se ne vedevano da Valencia e, soprattutto, hanno dato agli arabi trepidanti lo spettacolo che volevano.
Fernando Alonso si è portato a casa un giro record (il miglior giro record in pista) da 1.43.270, con migliore t2 assoluto; si è portato a casa due sorpassi pulitissimi (su Hamilton e Di Resta) a cinque giri dal termine; si è portato a casa una bella battaglia con Sauber e McLaren di Perez e, soprattutto, si è portato a casa un’uscita dai box così arrabbiata, feroce e perfetta, da entrare in rettilineo e sorpassare Vergne in entrata, insinuandosi nella pista, prendendosi lo spazio che mancava, creandosi un obiettivo e, meravigliosamente, afferrandolo.
E nonostante qualche commento acido tra i denti e nonostante l’investigation dopo quel sorpasso, alla fine è bastato risalire al regolamento annuale, per leggere chiaramente che “chi viene attaccato è costretto a lasciare lo spazio a chi arriva” per capire che Fernando non poteva essere sanzionato e che questa rimonta si annovera tra le sue più belle.
Ha chiuso, comunque, quinto e le posizioni tra lui e l’altro ferrarista Felipe Massa si sono praticamente invertite, poiché Felipe ha chiuso in ottava posizione, nonostante un buono spunto iniziale, una splendida gara di azzardi e sorpassi (a metà gara ha provato a sorpassare inaspettatamente due vetture insieme) e tornando ad essere il brasiliano combattivo ed esasperatamente tenace del lontano 2008.
Cinquantacinque giri vissuti in compagnia del sole alto, poi accucciato per bene dietro i box, poi, definitivamente, fagocitato e allontanato dalla scena, per lasciare posto alla Balena che mangia i colori rosei e li trasforma in tinte fluorescenti.
Cinquantacinque giri che non si dimenticano facilmente e il cui conto si azzererà solamente tra dodici mesi esatti.
Lì, a Yas Marina, nel microcosmo dove tutto diventa cristallo e, nitidamente, prende la giusta piega.
 

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