Il Tour sconfina in Spagna e ad Andorra e continua a perdere pezzi.
Due giorni fa il ritiro di Morkov (Katusha), ieri quello di Renshaw (Dimension Data) e soprattutto di Alberto Contador (Tinkoff), protagonista mancato di questa competizione, penalizzato sin dalla seconda giornata da una caduta brutta quanto banale. A 100 km dall’arrivo della tappa Vielha-Val d'Aran - Andorra-Arcalís (la nona, di 184,5 km) si avvicina alla sua ammiraglia e mette il piede a terra: per lui è finita, e senza nemmeno portarsi con sé la soddisfazione di una vittoria intermedia se non proprio di tappa.
Nessuna demotivazione o depressione, però, nessun inevitabile strascico dell’infortunio quasi inaugurale: è stata la febbre a fermarlo, e non certo la febbre di vittoria con cui agevolmente convive, nei suoi momenti di forma migliore. Adieu, Pistolero, chapeau et à des temps meilleurs. Ma per un campione che scompare (momentaneamente) di scena ce n'è un altro che torna all'improvviso alla ribalta: parliamo di lui, il cigno di Utrecht, Tom Dumoulin della Giant-Alpecin, anche noto, come gli altri suoi compagni, come mr. shampoo alla caffeina. La sua vittoria alla fine della tre giorni pirenaica non è decisiva per gli equilibri della classifica generale (dove in vetta continua olimpico a regnare Froome della Sky), ma è certamente importantissima a livello personale. Almeno non si potrà dire che Dumoulin è passato da questo Tour come un semplice turista, anziché come un vero... tourista!
Ieri pomeriggio a prendere la testa della corsa poco dopo il via è stato Thomas De Gendt (Lotto Soudal), leader della classifica degli scalatori fino alla fine dell’ottava tappa. Questi però viene ripreso dai suoi inseguitori, un gruppo di diciannove uomini, a qualche chilometro dal primo gpm di giornata, al Port de la Bonaigua, vinto da Pinot (Fdj), specialista di traguardi intermedi, che alla ripresa del giro, martedì, vestirà la maglia a pois. Dopo il primo gpm il gruppo si allarga a 20 e quindi a 21 unità, per poi ridursi nuovamente a 20: mancano 131 km all’arrivo.
Il gruppo è supercompatto all’arrivo del secondo gpm, a Port del Canto, dove risorge De Gendt, che si ripete anche ala Cote de la Cornella, in territorio andorrano. Intanto il gruppo di testa si riduce ad otto corridori: oltre a De Gendt ci sono Majka (Tinkoff), Pinot, George Bennett (LottoNL), Rosa (Astana), Dumoulin, Anacona (Movistar), Frank (Iam) e Navarro (Cofidis), a cui si aggiunge poi Rui Costa della Lampre Merida. Mancano 21 km alla fine. Al Col de Beixalis – quarto gpm – trionfa ancora Pinot. Dopo la discesa gli otto rimangono sei: Anancona, Herrada, Dumoulin, Pinot, Navarro, Frank e Bennett. A 12 km scatta in fuga Dumoulin, che in capo a 2 km arriva ad accumulare ben 53’ di vantaggio sugli inseguitori. A dargli la caccia si gettano Majka e Rui Costa, ma è tutto inutile.
Dietro, intanto, nell’ "orda d’oro", Froome trovava l’accelerazione consolidante: alla sua ruota si incolla Quintana (Movistar), mentre intorno a lui danzano Porte (Sky) e Daniel Martin (Etixx-Quick Step): ma serve solo a propiziare ulteriormente la pioggia e la grandine che già cadono copiosi su di loro.
Approfittiamo della sosta per dare uno sguardo anche alle classifiche relative alle altre maglie: detto della maglia gialla e di quella a pois, la maglia verde della classifica a punti contnua aessre detenuta da Cavendish (Dimension Data), mentre la maglia bianca di miglior giovane è ancora sulle spalle di Adam Yates (Orica-BikeExchange), che continua anche ad essere secondo in classifica generale e con distacco invariato da Froome (16''). In terza posizione, invece, Rodríguez della Katusha viene scalzato da Daniel Martin, ora a 19'' dalla vetta.