Succede tutto dopo più di settanta minuti.
C’è voluto il 72’, infatti, perché Inter-Bologna, l'appuntamento del prime time della seconda tranche di anticipi della XXIX giornata di serie A (quella del sabato, naturalmente), si sbloccasse a favore dei nerazzurri padroni di casa. Perisic era lesto a sfruttare uno svarione di Donsah e ad insaccare alle spalle del portiere bolognese Mirante. A questo punto chissà quanti interisti, tra quelli presenti sugli spalti e quelli che seguivano la partita da casa, avranno pensato che sarebbe andato in scena il solito copione: e cioè che l’Inter avrebbe collezionato l’ennesima vittoria-chiave in veste di vittoria della disperazione, e così avrebbe rilanciato la sua sfida alla Roma per il terzo posto. In effetti è andata proprio hoc more, solo che stavolta in più c’è stata l’illusione del tourbillon finale: perché solo quattro minuti dopo l’Inter - preludio di uno slancio per un’altra serata in stile Palermo, anche se a scoppio più ritardato? - raddoppiava, grazie a quella scoperta manciniana che risponde al nome di D’Ambrosio.
Poi, però, ecco arrivare l'inaspettato a smorzare la baldanza: ormai alle soglie del recupero, e precisamente al 90’, Brienza dimezzava per i felsinei di Donadoni e rendeva agitati i pensieri di Mancini nell’extratime. Da lì in avanti comunque non si aggiungeva alcun’altra emozione, e quindi alla fine le cose sono andate come abbiamo detto, con l’Inter che fa un passo indietro rispetto alla prestazione dal piglio dominante col Palermo – sempre nella cornice di San Siro – e, nello stile della solita Inter, arriva ad assottigliare lo svantaggio dalla Roma. Sono ora 54 i punti della Beneamata quarta; ne mancherebbero altri due per agganciare i capitolini al terzo posto. Mancherebbero, appunto, perché si dà il caso che la Roma debba ancora giocare: lo farà fra poche ore in casa dell’Udinese. Per il Bologna, invece, si è trattato di una sconfitta col paracadute, perché, a salvezza quasi raggiunta, e dall’alto dei suoi trentasei punti, proprio non vede come una stop anche piuttosto preventivabile come quello di Milano potrebbe oscurare i suoi orizzonti.
Ed il paracadute lo ha messo anche l’Empoli, pareggiando in casa con la Sampdoria nell’altra partita del sabato, quella iniziata alle 18.00. Non è stato certo uno scontro-salvezza, se non dal punto di vista della Sampdoria; però l’Empoli, pur avendo solo un punto in meno del Bologna, aveva il problema di invertire una rotta rovinosa che, dall’inizio del girone di ritorno, cioè da nove partite, l’aveva portato ad aggiungere alla sua splendida classifica del girone d’andata quattro soli punti, frutto di altrettanti pareggi; per giunta, poi, nelle ultime quattro giornate l’Empoli aveva sempre perso.
Una rotta, dunque, da invertire in qualsiasi modo, anche pareggiando con Laurini all’82’ un gol di Quagliarella che al 42’ aveva portato in vantaggio gli ospiti. Per fortuna è andata proprio così, è andata bene; anche per la Sampdoria, in fondo, che a 32 punti si porta ad un passo da Torino, Chievo e dallo stesso Empoli e torna nuovamente a sopravanzare il Genoa. In attesa, com’è ovvio, di vedere cosa faranno i cugini grifoni.