Sfuma una volta ancora il sogno partenopeo di una notte di fine inverno.
Ė il duro verdetto di un pomeriggio bergamasco: in terra cenomane, infatti, l’Atalanta è costretta a dare via libera alla sua bestia nera di sempre, la Juventus, e a farsi complice del ripristino dello status quo in testa alla classifica del campionato di serie A, al termine dello spezzone principale delle partite della XXVIII giornata. Per espugnare l’ “Atleti azzurri d’Italia”, e dunque per riconquistare il trono della classifica (64 punti, ancora +3 sul Napoli), all’Allegra Armata basta un gol per tempo: quello di Barzagli al 24’ e quello di Lemina all’86’. Eppure la gara, probabilmente, avrebbe avuto un significato ancora maggiore se fosse riuscito, invece, agli orobici di spuntarla: e questo perché il menu domenicale, più che al discorso-primato,era piuttosto quasi monograficamente centrato sul capitolo-salvezza.
Ecco perché i risultati che, onestamente, ci sentiamo di mettere in copertina sono le vittorie del Frosinone, in casa, con l’Udinese, e del Genoa, anch’esso impegnato tra le mura amiche, contro l’Empoli. Fa prestigio, invece, ma non sconvolge più di tanto la classifica almeno nell’immediato, la vittoria casalinga del Sassuolo contro il Milan (e restiamo in tema di bestie nere, in questo caso gli estensi nei confronti dei rossoneri).Duncan al 27’ e Nicola Sansone al 72’ consentono alla truppa di Di Francesco di togliersi uno sfizio non da poco: poter dire di aver battuto il Milan addirittura quattro volte su sei in serie A. E inoltre di portarsi a tre punti proprio da Bacca e compagni.
Dunque, successi-clou sono stati quelli dei volsci di Stellone e dei grifoni di Gasperini. Con i tre punti conquistati al “Matusa”, infatti, il Frosinone sale a 26 punti, ossia ad una sola incollatura dal quart’ultimo posto, occupato ancora dal Palermo, che è uscito battuto dalla sfida serale del “Meazza” contro l’Inter. I gol di Ljajic all’11’, di Icardi al 23’ e di Perisic al 54’ servono ai nerazzurri, adesso a 51 punti, per far sentire il loro fiato sul collo della Fiorentina. Il gol della bandiera di Vazquez al 45’, non è utile invece al Palermo per schiodarsi da quota 27 punti. Quanto al Genoa, poi, c’è da dire che l’acuto del “Ferraris” consente a Perin e agli altri rossoblù di tornare ad abbracciare i cugini sampdoriani: stavolta entrambe le liguri si trovano a 31 punti, e a cavallo tra il 12° e il 15° posto.
Le reti dei due scontri-salvezza più importanti: il Frosinone vince nel segno di Ciofani (13’) e Blanchard (60’). Per il Genoa, invece, match-winner è stato Luca Rigoni (48’), da non confondersi con il Nicola Rigoni del Chievo di cui abbiamo parlato ieri.
Pareggio in bianco tra Bologna e Carpi al “Dall’Ara”, e per i felsinei ci può stare, un po’ meno per i menottiani (restano penultimi a quattro lunghezze di distanza dal Frosinone). A mezzogiorno, poi, il Torino aveva sprecato l’occasione di agganciare il Chievo a 34 punti facendosi fermare dalla Lazio sul proprio terreno. Granata in vantaggio al 12’ con Belotti; dieci minuti dopo, Immobile falliva l’occasione del raddoppio, sparando alto un rigore che sempre Belotti si era procurato. Chi di rigore si ferisce, di rigore perisce, anche se non subito: le aquile biancocelesti, infatti, dovevano aspettare il 78’ per trovare il pari, proprio dagli undici metri: l’esecuzione di Biglia è assai meno umorale di quella del bomber torinista e si trasforma in un punto che non è certo da buttare via.