Augh!
Grande capo blucerchiato con pipa sbuffa di soddisfazione e dice: indomiti guerrieri di tribù sampdoriana ormai su sentiero di salvezza. Potenza di due vittorie consecutive. Dopo quella col Frosinone al "Ferraris", la montelliana, infatti, ha concesso il bis espugnando il “Bentegodi” nel primo anticipo de lsabato, giocato nel tardo pomeriggio contro il fanalino di coda Verona (si tratta, naturalmente, del secondo anticipo, nel quadro generale della XXVIII di campionato).
Dal diciottesimo posto (quart’ultimo, in pratica) con 25 punti al tredicesimo con 31, nell’arco di due settimane: un balzo in avanti verso la salvezza piuttosto incoraggiante, segno che, per come è messa la classifica nei bassifondi, basta mantenere un trend positivo di due-tre vittorie di fila e corroborarlo con qualche strategico pareggio per mettersi in poco tempo nella condizione di navigare in acque un po' più tranquille. Peccato solo, per i doriani, che la giornata non sia finita qui: nel pomeriggio di oggi , infatti, se da un lato si può supporre che l’Atalanta potrebbe non avere vita facile in casa con la Juventus, dall’altro ci sono altre colleghe della zona calda che, al contrario, potrebbero avvantaggiarsi di confronti più abbordabili: i cugini del Genoa in primis, che ospitano in casa l’Empoli in caduta libera; il Torino, impegnato davanti al proprio pubblico contro una Lazio un po’ più serena di qualche settimana fa; persino il Carpi, credendoci, potrebbe sgranocchiare qualcosa ai danni del Bologna; e senza dire che in programma c’è anche uno scontro che potrebbe incidere molto sul capitolo relativo alla salvezza, un vibrante Udinese-Frosinone. In serata, poi, il Palermo concluderà a San Siro, cercando di prendere le contromisure alla voglia di reazione dell’Inter.
Già, il Palermo: a dispetto dei suoi 27 punti, ora come ora appare una delle squadre messe peggio in assoluto a livello di morale e di combattività tra quelle che lottano per la salvezza. Solo nella sua disperazione latente, non urlata, ma tangibile; solo, almeno quanto il Verona, tornato nel suo buco nero dopo l’acuto illusorio nella stracittadina col Chievo. E travolto ieri dai gol di Soriano, Cassano e Lazaros, tutti arrivati nel primo tempo, per la gioia dell’appassionato di statistica: al 6’ il gol del centrocampista campano nato a Darmstadt, all’11’ quello di Fantantonio, e alla mezz’ora esatta quello del giocatore greco.
L’appassionato di statistica, poi, sarebbe andato addirittura in solluchero se anche il punteggio dell’altro anticipo sabatino, il fondamentale Napoli-Chievo delle 20.45, si fosse totalmente definito nei primi 45’. In effetti si può almeno dire che, in pratica, l’esito della gara è stato deciso nella sua prima metà, però si sa che l’armata sarriana, quando è in serata, tende a largheggiare, almeno un minimo, ragion per cui nella ripresa si è fatta – e ha fatto al proprio affezionatissimo pubblico – un altro regalo. Piange, dunque, anche l’altra metà calcistica di Verona: quella rappresentata dalla squadra clivense, che pure, al “San Paolo”, aveva sbloccato il risultato e quando ancora la gara non poteva neppure dirsi iniziata.
Rigoni, infatti, aveva colpito a freddo infilzando Reina dopo soli 120 secondi di gioco. La fortuna del Napoli è stata quella di trovare una reazione fulminea almeno quanto il vantaggio degli avversari: non passano quattro minuti, infatti, che il solito Higuain trova il varco giusto per andare in rete e riequilibrare, prontamente, le sorti della gara. Messosi dunque in tasca i timori e i tremori dei primissimi minuti, il Napoli fa la partita che aveva programmato e, con raziocinio, si distende in avanti diventando sempre più padrone della metà campo veneta.
Al 28’ il difensore rumeno Chiriches che, con una leggerezza, aveva dato via libera al vantaggio avversario siglato da Rigoni, si fa perdonare mostrandosi implacabile, di testa, sugli sviluppi di un calcio d’angolo di Jorginho. Ad inizio ripresa ancora pericolosissimo il Chievo con Pellissier (48’), poi Higuain prende per mano la squadra e al 66’ grazia il portiere dei pandorini, Bizzarri, centrando la traversa con un tiro a colpo sicuro. Era destino, però, che ai tifosi vesuviani si dovesse negare la doppietta del Pipita, ma non il tris dei loro beniamini: che arriva, inesorabile, quattro minuti dal piede di Callejon. Questa bella vittoria frutta al Napoli la possibilità di riacciuffare la Juventus in testa alla classifica, a quota 61 punti. Di sicuro è stato “nu juorno buono”, come canterebbe Rocco Hunt, e potrebbero essercene degli altri.