Lo aveva detto alla vigilia, mr. Pioli.
Voleva ritrovare anche in campionato la Lazio formato europeo. All’Olimpico ha visto invece risorgere il Sassuolo delle meraviglie, quello che una volta faceva gruppo con l’altrettanto sorprendente Empoli (adesso, però, risucchiato in una irreversibile parabola discendente) e con il Chievo guascone (ma ormai normalizzato). Nell’attuale fase del torneo, di quella banda di allegri corsari sono rimasti solo gli estensi (a sprazzi però), ai quali si possono magari affiancare i felsinei di Donadoni: la differenza è che ai bei tempi i grandi e ambiziosi obiettivi erano effettivamente alla portata di quelle squadre rivelazione, adesso, invece, con la linea di demarcazione netta che si è venuta a creare all’altezza tra la sesta e la settima in classifica (cioè, in sostanza tra il Milan e guarda caso, proprio il Sassuolo), ci si deve accontentare di avvicinarsi quanto più possibile alle posizioni che contano. Ma per sfondare, comunque, ci vorrebbero quelle cavalcate che solo la Juventus sa fare.
Nello specifico, però, al Sassuolo, con l’impresa di ieri all’ombra del Cupolone – parliamo del primo posticipo della XXVII giornata di serie A, quello tardo-pomeridiano iniziato alle 18.00 – resta la soddisfazione di aver superato in classifica proprio le aquile biancocelesti. Da 35, infatti, i neroverdi di Di Francesco sono balzati a 38 punti, lasciandosi Klose e compagni alle loro spalle a quota 37. Ė certamente vero che gli ospiti hanno avuto la fortuna di trovare l’occasione giusta per il vantaggio (un rigore trasformato da Berardi) al momento giusto (minuti finali del primo tempo, 43’), ma è altrettanto vero che la Lazio, dopo essersi adeguata nei primi 45’ ad un andazzo piuttosto equilibrato, nella ripresa ha dilapidato la sua voglia di reagire in un primo quarto d’ora piuttosto manovriero.
Poi però, quando gli avversari hanno avuto davvero intenzione di uscire di nuovo fuori e di affondare i colpi, la truppa che, sotto quelle stesse stelle, qualche giorno prima aveva sgominato il Galatasaray, è stata costretta a soccombere ancora: dopo due occasioni sprecate nell’arco di altrettanti minuti, al 67’ l Sassuolo non concede il tris e Defrel, pescato da Sansone in mezzo all’area laziale senza l’adeguata copertura, a due passi dal portiere laziale Berisha chiude la gara.
Nell’altro posticipo di giornata, invece, il più atteso, non va oltre l’1-1 il Napoli vice-capolista all’ “Artemio Franchi” di Firenze. Botta-e-risposta fulmineo nel primo tempo: ad Alonso che aveva sbloccato la gara al 5’ risponde, appena due minuti dopo, Gonzalo Higuain per gli ospiti. Poi Fiorentina due volte vicina al gol prima dell’intervallo: al 32’ con Kalinic che colpisce la traversa e al 38’ con Tello, che prende il palo. A metà della ripresa, più precisamente al 57’, il Napoli trova di fronte a sé un grandissimo Tatarusanu, che si oppone prima ad un devastante tiro in corsa di Callejon, e poi ad una ribattuta assassina di Higuain. La partita si mantiene viva fino alla fine: al 65’ quasi palo del centrocampista viola Mati; due minuti dopo la risposta partenopea con la forte conclusione da fuori area di Hamsik; all’85’ gol annullato ad Higuain per fuorigioco, e al 92’ il portiere mediceo Tatarusanu deve compiere il terzo miracolo della serata salvando sull'ex pescarese Lorenzo Insigne.
Finisce 1-1 ma in realtà è una sconfita per entrambe le squadre: il Napoli avanza di un solo punto (ne ha adesso 58) e ne deve recuperarne ben tre sulla Juventus; la Fiorentina, invece, non riesca a riprendersi ancora una volta il terzo posto e, a 52 punti, resta un punto sotto la Roma.