XXVII giornata, vittoria netta nel derby d’Italia.
È tripudio per la Juventus, ancora più padrona del campionato, ma parallelamente è festa anche per la Fiorentina, a cui proprio il successo degli odiati juventini salvaguarda il quarto posto solitario in classifica. Inutile dire che, dopo il break di Bologna, l'Allegra Armata ha ripreso a marciare da par suo e, aspettando il Napoli, che oggi in prime time affronterà la Fiorentina al “Franchi”, si gode le prove tecniche di allungo: ancora per qualche ora saranno infatti ben quattro i punti di vantaggio (61 a 57) sui partenopei, quattro punti che, evidentemente, potrebbero ridursi a uno in caso di successo degli uomini di Sarri.
Che dolori per la povera Inter, invece, relegata miseramente al quinto posto a 48 punti, e con il fiato dei cugini milanisti sul collo (distanti adesso una sola lunghezza). Ma la sconfitta, potremmo dire, la manciniana se l’è meritata tutta, perché frutto in sostanza di due suoi errori difensivi, un assist- svarione e una falciatura in area di rigore tanto plateale quanto scellerata, l’unico momento di follia di un Miranda altrimenti inappuntabile. Due errori che si sono tradotti in altrettanti gol: quello messo al segno al 47’ da Bonucci, "suggerito" involontariamente dal difensore nerazzurro D’Ambrosio, e quello del “sempre bello di notte” Morata, dal dischetto all’82’. L’Inter si risvegliava dall’89’ in poi (punizione di Ljajic, poi un tiro insidioso di Éder), ma evidentemente fuori tempo massimo.
Facciamo un passo indietro di qualche ora. La domenica pomeriggio è stata interamente dedicata al capitolo-salvezza. Ma delle tre squadre della zona-retrocessione non vince nessuna: peggio ancora, nessuna di loro va a punti, ad eccezione del Carpi che riesce ad ottenere uno stentato pareggio casalingo con l’Atalanta, e per giunta di rimonta (al gol di Kurtic al 52’, infatti, ha dovuto rimediare Verdi su rigore al 74’). Escono invece battuti (e di questo di sicuro i menottiani non avranno fatto una tragedia) sia il Frosinone che il Verona, entrambi impegnati fuori casa. E torna a complicarsi anche la situazione del Genoa, anch’esso battuto in trasferta da una squadra, il Chievo, che al contrario può ormai considerarsi virtualmente al di fuori da ogni pericolo di venire risucchiata nelle contrade infuocate della classifica.
Di tutte queste debacle la più importante per la storia del versante del campionato di cui parliamo è certamente quella del Frosinone, proprio perché patita ad opera di una concorrente diretta per la salvezza com’è, in questo momento, la Sampdoria di Montella: i tre punti conquistati al “Ferraris” in una gara da mors tua, vita mea ridanno parecchio ossigeno ai blucerchiati, che, diversamente, sarebbero stati non più ad un passo dall’apocalisse, bensì dentro di essa: e gli uomini di Stellone non aspettavano altro che sospingerceli. Potenza di un successo decisivo colto in una giornata di decisivi incroci: da quartultimi solitari a 25 punti e con sole due lunghezze di vantaggio sui volsci terzultimi, i doriani balzano a pari punti con i cugini del Genoa nella “zona mista” che è quintultimo e sestultimo posto insieme: e ora si ritrovano con un vantaggio accumulato di cinque punti sulla vetta della zona rossa.
A rendere possibile il “miracolo”, come dicevamo, oltre ai gol di Fernando al 49’ e Quagliarella al 69’, è stata anche la concomitanza di alcuni favorevoli risultati: lo 0-0 del Palermo in casa col Bologna nella partita del mezzogiorno, pareggio che fa sì che i siciliani siano ora i nuovi quartultimi a 27 punti; e inoltre lo stop dei grifoni rossoblù, piegati in riva all’Adige (siamo sulla sponda clivense) da un gol di Castro al 51’.
Per una parte della Verona calcistica che ride, ce n’è un’altra che piange: gli scaligeri dell’Hellas, infatti, escono sconfitti da Udine per effetto delle marcature di Badu al 31’ e di Thereau al 56’ (entrambi con la regia di Di Natale). Inutile dire che anche questa gara era uno scontro diretto per la salvezza: grazie a questa vittoria, i bianconeri friulani abbandonano il sestultimo posto e si portano a 30 punti, a pari quota con l’Atalanta.