Una dietro all’altra.
Per una volta niente condomini e tandem ai vertici: dalla prima alla sesta in classifica, tutte ordinatamente, armoniosamente, in successione decrescente. Sembrano scolaretti col fiocchetto azzurro, e invece sono le squadre più potenti del nostro massimo campionato. Poi, di qui a qualche giorno, torneranno saldature e coabitazioni, ma per il momento conviene goderselo, questo cielo lindo, pulito, che riflette un ordine gerarchico perfettamente differenziato, sopra la serie A. Potenza di un turno infrasettimanale (la XXIII giornata), giocato la sera di ieri, mercoledì 3 febbraio. All’appello, naturalmente, mancavano solo le squadre protagoniste dell’anticipo di martedì, il Sassuolo e la Roma.
Guardatele lì, le magnifiche prime sei della graduatoria: vincono tutte, dal Vesuvio alle Alpi, ed ora (e ancora per qualche giorno) le si può mirare con nitidezza come stelle brillanti perfettamente distanziate tra loro, in una limpida sera di mezzo inverno. Vince il Napoli a Roma contro la Lazio, con la sua solita precisione atomica e i gol degli ormai abbonati Higuain (24’) e Callejon (27’); vince la Juventus, ed è il XIII botto consecutivo (mai così bene nella supervincente storia bianconera), anche se il trionfo è tutt’altro che memorabile, dal momento che è il Genoa, ospite allo “Juventus Stadium”, a farsi male da solo, con un’autorete di De Maio al 30’ (all’inizio sembrava, però, che avesse potuto segnare Cuadrado).
E vince, col batticuore, la Fiorentina, in casa col Carpi: il gol-lampo di Borja Valero al 2’ era stato vanificato da Lasagna al 74’, per cui ci vuole Zarate al 92’ per risolvere la situazione. Al 66' l'allenatore viola, Paulo Sousa, viene espulso per la seconda gara consecutiva. Torna al successo l’Inter, e Icardi, match-winner al 48’, si fa perdonare per il rigore sbagliato nel superderby col Milan. E vince anche il Diavolo, al “Barbera” di Palermo, così da procurare l’ennesimo travaso di bile al patron Zamparini, a cui certo non basteranno le arance della Conca d’oro: agli uomini di Mihajlovic basta un tempo per espugnare la tana dei rosanero, con Bacca al 19’ e Niang al 33’, su rigore.
Per effetto di questi risultati, abbiamo il Napoli a 53 punti, la Juventus a 51, la Fiorentina a 45, l'Inter a 44, la Roma a 41 e il Milan a 39. Configurazione straordinaria. Sempre braccio di ferro tra Juve e Napoli: l’impressione è che entrambe la pensino come Will Smith, “se io corro e tu mi insegui (o viceversa, chiaramente), o schiatti tu oppure io non mi fermo”. Certo è che la Juventus dai duecento polmoni ha già vinto, perché sta costringendo il Napoli a tenere un ritmo… da Juventus, appunto.
In coda importante vittoria interna del Frosinone sul Bologna, firmata da Dionisi su rigore al 77’; grazie ad essa i ciociari possono agganciare il Carpi al terz'ultimo posto, a quota 19 punti. Meno importante per la classifica, ma forse più importante per la storia del campionato, è quella del Verona al “Bentegodi” contro l’Atalanta, se non altro perché è la prima dei gialloblù in questa stagione. Vittoria di rimonta, come nella migliore delle favole: in vantaggio gli orobici al 30’ con Conti, pareggia Silingardi al 42’ e poi all’84’ Pazzini fa il Toni della situazione. E finalmente per gli uomini di Del Neri arrivano i tre punti al termine di una gara: un pizzico di ossigeno ad una classifica che resta comunque disperatissima.
Di rimonta è anche il pareggio dell’Empoli, in casa contro l’Udinese. Friulani avanti al 22’ con Zapata; il pareggio-beffa dei padroni di casa è messo a segno da Pucciarelli al 90’, dopo che al 67’ Saponara era riuscito a fallire un calcio di rigore.
Finisce in parità anche la sfida del “Ferraris” tra Sampdoria e Torino, ennesima dimostrazione della pochezza dei blucerchiati, sempre quart'ultimi ma adesso di nuovo in compagnia dei cugini genoani. I padroni di casa trovano il vantaggio due volte, al 66’ con Muriel e all’84’ con Soriano, e per due volte vengono raggiunti dai granata grazie al loro agente speciale sotto la Lanterna, Andrea Belotti, in gol al 72’ e al 94’.