Abbastanza in ritardo sulla tabella di marcia iniziale, ma la cosa importante è che un altro pezzo dell’orgoglio tecnologico made in Europe è in orbita, dal 3 dicembre (ore 5.04 italiane).
Si tratta del satellite “Lisa Pathfinder”: Lisa è l’acronimo di Laser Interferometer Space Antenna; Pathfinder, ovviamente, come insegna la lingua inglese, significa “Esploratore”. Finalmente è stato lanciato dalla base di Kourou, nella Guyana francese, dopo quattro anni di attesa (doveva trovarsi tra le stelle già dal 2011). La sua missione sarà quella di analizzare le “vibrazioni spazio-tempo” dell’universo: dovrà cioè trovare prove sperimentali che le onde gravitazionali non sono solo visioni einsteiniane ma esistono davvero, e porre in questo modo le basi per lo studio di fenomeni come i buchi neri e sistemi binari. Inoltre avrà il compito di “preparare il terreno” al progetto di un grande osservatorio spaziale orbitante, attualmente in fase di costruzione, “eLisa”: non è un caso che il nome di quest’ultimo si riconnetta immediatamente a quello del satellite, giacché, una volta completato, ne rappresenterà, in un certo senso, il continuatore (la “e" iniziale sta per “evolved”).
E il coordinatore scientifico della missione-Lisa, lo scienziato Stefano Vitale dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha affermato senza mezzi termini che il lavoro che il satellite sarà chiamato a svolgere rappresenta una vera rivoluzione nella storia dello studio dell’universo, "paragonabile solo all'invenzione del telescopio”. Orgoglio europeo, dunque, e vanto italiano: nel progetto, infatti, la parte del leone l’hanno recitata l’Asi, l’Agenzia spaziale italiana e, sotto l’aspetto più strettamente componentistico, la Cgs (Compagnia generale dello spazio) e Selex Es (gruppo Finmeccanica) . Italiano, tutto italiano, è anche il vettore che l’ha trasportata nelle immensità astrali, Vega (made in Colleferro, a pochi chilometri da Roma).
Per il momento “Lisa”, il cui nome di battesimo originale era il meno confidenziale SMART-2 (Small Missions for Advanced Research in Technology) è “in cammino” verso la zona denominata “L1” (anche nota come punto di Lagrange), laddove la forza di gravità del Sole e della Terra vicendevolmente si annullano. Il viaggio proseguirà per altri 1,5 mld di km.