Gli scienziati hanno ideato una strategia ambiziosa per prevenire lo scioglimento dei principali ghiacciai antartici, con l'obiettivo di evitare potenziali inondazioni catastrofiche lungo la costa orientale degli Stati Uniti. La loro proposta suggerisce l'installazione di una vasta barriera sottomarina per ispessire i ghiacciai artificiali con acqua di mare o raffreddare il substrato roccioso sottostante, impedendo alle acque calde di raggiungere il ghiacciaio Thwaites, noto anche come "ghiacciaio dell'apocalisse". Il ghiacciaio Thwaites, che si sta sciogliendo rapidamente a causa dei cambiamenti climatici, rappresenta un grave rischio per il livello globale del mare, con il potenziale di aumentarlo fino a 10 piedi. Questo aumento potrebbe portare a inondazioni nelle principali città costiere come New York, Charleston, Atlantic City e Miami.
In un recente rapporto condotto dalla Climate Systems Engineering Initiative dell'Università di Chicago, gli scienziati hanno descritto la proposta come una "grande iniziativa". Il co-autore Douglas MacAyeal, professore di scienze geofisiche, ha sottolineato l'importanza di iniziare la ricerca ora per evitare decisioni dell'ultimo minuto di fronte all'innalzamento delle acque. Un approccio del rapporto prevede il pompaggio di acqua di mare sulla superficie del ghiacciaio, dove si congelerebbe a causa dell'aria gelida, ispessendo così il ghiacciaio. Tuttavia, questo concetto ha le sue sfide, poiché il sale nell'acqua di mare potrebbe compromettere la stabilità del ghiacciaio e sarebbe necessaria una notevole energia per un pompaggio su larga scala.
La startup britannica Real Ice sta esplorando l'idea del pompaggio dell'acqua di mare dal 2019, con i primi test sul campo in Canada che hanno prodotto risultati promettenti. Tuttavia, l'implementazione della tecnologia su scala più ampia costerebbe circa 6 miliardi di dollari all'anno e richiederebbe una notevole quantità di energia. Gli scienziati stanno anche prendendo in considerazione altri metodi di geoingegneria per ridurre lo scioglimento dei ghiacciai. Alcuni esperti considerano queste idee "radicali", avvertendo che la geoingegneria potrebbe rivelarsi estremamente impegnativa e potrebbe distrarre dall'obiettivo essenziale di ridurre le emissioni di carbonio. L'economista del clima Gernot Wagner della Columbia Climate School ha osservato che, sebbene tali strategie possano aiutare, non sono sostituti dell'azione per il clima, paragonandole ad "antidolorifici" piuttosto che a cure per il cambiamento climatico.