Fedeli alla loro tradizione storica, i Cinesi, inventori, tra le mille altre cose, della carta, della bussola e della polvere da sparo, hanno deciso di essere innovatori anche sullo spazio. La China Aerospace Science and Technology Corporation, l’azienda cinese di Stato che, dal 1999, si occupa di progettare i veicoli per il programma spaziale di Pechino, ha sfornato la prima navetta sperimentale senza equipaggio, che giovedì 23 ottobre è stata lanciata dalla base spaziale di Xichang, nella provincia nord-occidentale di Sichuan. Per usare un gioco di parole, è un pilot senza pilot, nel senso che è comunque un test per valutare l’affidabilità delle tecnologie a-cibernetiche che si ha intenzione di utilizzare nel 2017 sulla sonda spaziale Chang’e-5.
Un viaggio sideralmente non proibitivo, per la navetta: la sua missione è quella di arrivare sulla Luna, dove dovrà prelevare campioni del suo suolo. Farà compagnia al rover Yutu, e ad altre due sonde in orbita intorno al satellite. realtà, Fra otto giorni esatti il ritorno a casa, sulla Terra: secondo i calcoli dei tecnici dovrebbe atterrare nella Mongolia interna, regione settentrionale della Cina. Sarà proprio, allora, in realtà, che “si parrà la sua nobilitade”, per usare le parole di Dante, uno che di viaggi tra le stelle se ne intendeva. Il test, infatti, potrà definirsi un successo qualora la navetta sarà riuscita a rientrare nell’atmosfera terrestre senza subire danni.