Si è spento giovedì 23 ottobre ad Orbassano, all’età di 83 anni, Tullio Regge, considerato il più grande fisico italiano vivente. Per molti, era il migliore della generazione successiva a quella di Fermi. Nato a Torino nel 1931, quando Fermi aveva trent’anni esatti, Regge non ebbe mai modo di incontrare il suo grande collega romano: laureatosi nella sua città nel 1952, due anni dopo era alla Rochester University, nello Stato di New York, a conseguire il dottorato nella sua materia d’elezione: era il 1954. Anche Fermi si trovava negli Stati Uniti ormai da molti anni (come si sa, aveva collaborato in modo decisivo al progetto della bomba atomica per il governo americano); ma, proprio quando Regge metteva piede nel Nuovo Mondo, Fermi, che abitava a Chicago, abbandonava per sempre il mondo dei viventi. Non molto dopo, da qualche altra parte negli Stati Uniti, sarebbe morto anche Einstein. Quasi un ideale passaggio di testimone.
Dopo il dottorato, Regge ebbe comunque modo di crescere con un grandissimo come Werner Heinsenberg, al Max Planck Institut di Monaco di Baviera. Ottenuta la cattedra di Fisica al Politecnico di Torino nel 1961, nel 1964 proseguì negli Stati Uniti, a Princeton, la sua carriera di docente, prima alla Princeton University e poi all’Institute for Advanced Study. Fece il suo definitivo ritorno in Italia nel 1979. Fu membro dell’Accademia dei Lincei, co-fondatore, col giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela, del CICAP, l’Osservatorio sui fenomeni del paranormale, ed ebbe anche una breve esperienza da parlamentare europeo (1989-94), eletto nelle liste del PCI. Tutta la sua vita è stata scandita da una messe ininterrotta di premi e riconoscimenti, i più prestigiosi dei quali sono l’Albert Einstein Award per gli studi relativistici (1979) e la Medaglia Cecil Powell della Società Europea di Fisica (1987). Gli è stato dedicato un asteroide, il 3778 Regge.
Studioso della relatività , alla Fisica Regge lascia due varianti fondamentali della formulazione di tale teoria: il calcolo, che la ancora alla geometria; e i poli, che ne tentano una conciliazione con la meccanica quantistica.
Magari non è una cosa molto nota, ma nell’orizzonte degli interessi di Regge non c’era solo la fisica: da giovane praticò, e con successo, il rugby; ma l’insorgere , e l’avanzare, della distrofia muscolare lo costrinsero ad abbandonare qualsiasi attività sportiva.