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Tumori: via libera dall'Ue a nuovo farmaco contro il cancro ai polmoni

Ok all'utilizzo dall'fatinib per i pazienti

redazione
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Via libera Ue a una nuova terapia contro il cancro al polmone, che solo in Italia colpisce 38.500 persone e ne uccide 34.500.

La Commissione Europea ha espresso parere favorevole all'utilizzo di afatinib in pazienti con diversi tipi di tumore polmonare non a piccole cellule (Nsclc). Il farmaco, sviluppato dalla tedesca Boehringer Ingelheim, è fra le novità presentate al Congresso europeo di oncologia che riunisce ad Amsterdam oltre 15 mila esperti.

La molecola è il primo inibitore della famiglia di recettori ErbB, e ha dimostrato di offrire un beneficio superiore rispetto alla chemioterapia standard nel ritardare la progressione del tumore e nel migliorare i sintomi associati alla malattia. "Grazie al suo meccanismo di azione, afatinib inibisce in maniera irreversibile Egfr e gli altri componenti della famiglia ErbB, che svolgono un ruolo centrale nello sviluppo e nella diffusione dei tumori più pervasivi e a mortalità elevata", spiega Sanjay Popat, oncologo al Royal Marsden Nhs Foundation Trust di Londra, sperimentatore dello studio di fase clinica III LUX-Lung 3. "I risultati degli studi clinici dimostrano l'efficacia di afatinib nel ritardare la crescita tumorale e nel migliorare i sintomi associati al carcinoma polmonare - aggiunge - e ciò lo rende un'importante nuova alternativa terapeutica disponibile in Europa".

Con 1,6 milioni di nuovi casi ogni anno nel mondo, il tumore al polmone è la neoplasia più letale. Solo in Europa causa circa 270 mila decessi ogni anno. Benché l'incidenza sia superiore negli uomini, alcune stime indicano che, entro il 2015, il cancro al polmone potrebbe superare quello al seno come prima causa di morte oncologica nelle donne.

Il cancro polmonare non è una sola malattia - ricorda una nota - ma comprende diversi sottotipi che possono essere caratterizzati dalla presenza nelle cellule tumorali di recettori spesso alterati o iperespressi. Egfr, che fa parte della famiglia di recettori ErbB, è uno di questi marker molecolari. La prevalenza di tumori con mutazioni di Egfr è del 10-15% nei pazienti caucasici e del 40% nei pazienti asiatici con Nsclc. E' quindi di fondamentale importanza eseguire precocemente il test per la valutazione dello stato mutazionale di Egfr e avviare il giusto percorso terapeutico - raccomandano gli esperti - in modo che i pazienti, fin dall'inizio, abbiano la possibilità di ricevere la terapia più appropriata". I risultati dello studio LUX-Lung 3 hanno dimostrato, nei pazienti in trattamento con afatinib come terapia di prima linea, una sopravvivenza libera da progressione della malattia di quasi 1 anno, rispetto a poco più di 6 mesi nei pazienti trattati con pemetrexed/cisplatino. Inoltre, un'analisi di sottogruppo ha dimostrato che i pazienti con Nsclc che presentavano le due mutazioni di Egfr più comuni (Del19 o L858R) in terapia con afatinib hanno avuto una sopravvivenza libera da progressione della malattia superiore a 1 anno. Fra gli eventi avversi di grado 3 più frequenti correlati al trattamento con afatinib diarrea (14%), rash (16%) e infiammazione dei tessuti periungueali (paronichia) (11%), mentre quelli osservati nel braccio in chemioterapia sono stati neutropenia (15%), astenia (13%) e leucopenia (8%). Le percentuali d'interruzione della terapia a causa di eventi avversi correlati al trattamento sono state dell'8% per afatinib e del 12% per chemioterapia.

"Siamo soddisfatti della decisione della Commissione europea - commenta Klaus Dugi, Corporate Senior Vice President Medicine di Boehringer Ingelheim - La sua approvazione in Europa rafforza il nostro impegno a rendere disponibili per i pazienti le terapie più adatte alle loro necessità specifiche. E' un passo importante per rispondere a un forte bisogno clinico insoddisfatto di terapie per il tumore polmonare". Il farmaco è già approvato negli Usa.

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