Donne che iniettano o fanno ingerire dei farmaci o delle sostanze al proprio figlio, per attirare verso di se le attenzioni degli altri. Sindrome di Munchausen per procura, ecco di cosa si tratta! Rivolgersi ai medici e agli specialisti accusando dei disturbi che il piccolo manifesta, ma che, di fatto, è stato causato da loro. Inizialmente il bambino viene capovolto da testa a piedi per cercare di capire che cosa si cela dietro i malesseri avvertiti dal piccolo, ma come da copione, ovviamente è difficile riscontrare una malattia considerando che questi sono indotti dalle sostanze che vengono loro dati senza troppi rimorsi da delle madri con un amore distorto. Vogliono sentirsi al centro dell’attenzione e se questo vuol dire far soffrire il bambino poco importa. E’ per questo che la vittima in tutto questo risulta essere il bimbo che si trova sua malgrado a dover subire dei danni a livello fisico. Quando gli esami e tutte le visite specialistiche non danno un riscontro in quanto è difficile diagnosticare una malattia non presente, nasce nel medico il sospetto che dietro tutto questo possa esserci lo zampino di un genitore. Ecco allora che tramite delle telecamere e dei controlli il sospetto può dare spazio a una conferma, quando cioè nel video di sorveglianza si possono vedere le azioni del genitore sotto accusa. E allora scatta l’allontanamento forzato del bambino che improvvisamente inizierà a non avvertire più i fastidiosi disturbi fisici, visto che la causa del proprio male è stata allontanata. Solitamente a soffrire di questo disturbo risultano essere per la maggioranza le donne. Ovviamente chi soffre della Sindrome di Munchausen per procura, ha un disturbo a livello psicologico, e per questo motivo necessita di un trattamento psichiatrico. Difficile capire da cosa viene scatenata questa malattia, sta di fatto, però che il bambino va allontanato e chi sa, deve denunciare il fatto. Solo così si potrà aiutare sia la vittima sia il carnefice. Come tutte le malattie a livello psicologico anche questa richiede un sostegno immediato e in questo caso la tempestività è un elemento fondamentale per la tutela della salute del piccolo, quindi parola d’ordine parlare e non tacere.