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Frammenti di DNA nei vaccini Pfizer, l'esperto: "Vanno fatti controlli a campione, rischio di problemi a livello genetico"

L'esperto di genoma Phillip Buckhaults lancia l'allarme: "Basi di DNA nei vaccini possono innescare meccanismo di disregolazione immunitaria e altre gravi problematiche. Urgono controlli"

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Durante l’audizione davanti alla commissione per gli affari medici del Senato della Carolina del Sud, Phillip Buckhaults, esperto di genomica del cancro statunitense ha lanciato l'allarme sulla presenza di frammenti di DNA estraneo nei vaccini Comirnaty. Dalle analisi condotte su diverse fiale, il numero di questi frammenti varierebbe da una fino ad addirittura 200 basi. Secondo l'esperto, la presenza di questi "pezzetti" di DNA – impiegati da Pfizer per produrre ingenti quantità di vaccini in tempi molto contenuti -, rappresenterebbe un serio pericolo poiché potrebbe innescare un processo chiamato "mutagenesi inserzionale", ovvero una integrazione di DNA estraneo nelle cellule e poi nei cromosomi della popolazione che si è vaccinata. 

Se questo meccanismo dovesse mettersi in moto, sostiene allarmato il professore - che, vogliamo ricordarlo, ha iniziato la ricerca proprio per placare i timori di chi diceva che i vaccini avrebbero causato tumori poiché contaminati da frammenti di SV40 (virus delle scimmie) -, cioè se un lungo pezzo di DNA che codifica per la proteina spike si inserisse “in modo permanente” nel genoma di una cellula del miocardio, quella cellula comincerà a produrre proteina spike in modo continuo e persistente; facile dunque comprendere le preoccupazioni di Buckhaults: le enormi quantità di quella tossina verrebbero immediatamente attaccate dal sistema immunitario, e ciò in ultima analisi innescherebbe attacchi di cuore e infiammazioni cardiache anche fatali (proprio come quelle che abbiamo visto aumentare così vertiginosamente nell'ultimo periodo).

Alla luce di questo potenziale rischio, l’esperto mette in guardia sulla necessità di fare controlli a campione per studiare e monitorare i vaccinati, poiché "se le modificazioni genomiche stessero avvenendo, è solo questione di tempo prima che uno di questi frammenti colpisca un gene soppressore del tumore e dia inizio alla carcinogenesi in una cellula staminale" ha dichiarato. Il pericolo insito nel meccanismo di mutagenesi inserzionale è rappresentato però anche dalla trasmissibilità della mutazione a tutta la progenie della cellula transfettata. Va sottolineato - data la gravità delle sue affermazioni – che Buckhaults non incarna esattamente i crismi del fanatico novax, al contrario: è un esperto di genoma, tridosato e soprattutto entusiasta - almeno fino a poco tempo fa - della tecnologia a mRNA; già solo questo dovrebbe bastare a fugare i dubbi sulla bontà delle sue motivazioni. 

Nei giorni seguenti l'audizione il dott. Buckhaults è stato intervistato dalla dottoressa e giornalista investigativa Maryanne Demasi, approfondendo ulteriormente dati e puntualizzazioni e ribadendo la sua comprensibile apprensione, considerata sia la quantità di somministrazioni dei vaccini Pfizer nel mondo che i risultati delle sue analisi. Dopo la pubblicazione dell'intervista sul suo substack, Demasi ha presentato richiesta all'FDA per sapere se fosse stata avviata qualche procedura da parte dell'ente per verificare l’effettiva presenza di questi frammenti estranei di DNA nei vaccini, tuttavia l'agenzia regolatrice ha glissato sull'intera questione con un laconico, quanto datato "i benefici sono superiori ai rischi". 

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