Il turno di notte, il jet lag e tutte le altre situazioni che coinvolgono il ritmo sonno-veglia, sono dannose per il 97% di quella parte del Dna, programmata per attivarsi o disattivarsi in precise ore del giorno. A confermarlo sono ricercatori dello Sleep Research Centre dell’Università del Surrey, in Gran Bretagna, che hanno pubblicato uno studio, sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
Il lavoro notturno, insomma, non è affatto salutare e potrebbe comportare danni anche a lungo termine. Già in passato, era stato accertato che svolgere il proprio mestiere con il buio, determina con grandi probabilità, l'insorgere di diabete di tipo 2, attacchi cardiaci e cancro. Ora, gli scienziati britannici hanno scoperto che il lavoro notturno turba profondamente il nostro organismo a un livello molecolare. Il corpo umano è programmato per seguire un orologio biologico, che fa in modo che si dorma la notte e si sia attivi durante il giorno. Questo consente che si regolino correttamente gli ormoni, la temperatura corporea, le capacità atletiche, l’umore e la funzionalità del cervello.
I ricercatori hanno forzato 22 volontari ad avere una giornata di 28 ore, mantenendoli in una zona chiusa, con solo luce artificiale per alcuni giorni e prelevando campioni di sangue periodicamente. Circa il 6% del totale dei geni, spiegano gli autori, ha il funzionamento legato al ciclo sonno-veglia o all’orologio interno del corpo, quello che definisce il ritmo circadiano. Il 97% di questi geni è risultato fuori sincrono, con effetti su tutti gli organi del corpo. «È veramente un “crono-caos” - sostiene Derk-Jan Dijk, uno degli autori -. È come vivere in una casa, in cui ogni stanza ha un orologio posizionato su un’ora diversa».