Agli italiani piace la sanità pubblica. Rispetto a quella privata, ritengono che garantisca costi più competitivi per i pazienti (lo pensa il 54%), accesso a tutti i cittadini (53%), un servizio più completo per tutti i problemi (34,2%) e i medici migliori (23,4%).
Sono alcuni dei dati emersi da una ricerca condotta da Atbv (Gruppo di studio aterosclerosi, trombosi, biologia vascolare) e Demos, presentata in diretta web da Bologna e anticipata da Ilvo Diamanti di Demos su Repubblica. "La tentazione è troppo forte per resistere" a un commento, afferma Costantino Troise, segretario nazionale del sindacato medici dirigenti Anaao Assomed: "Lo diciamo da anni, senza successo, a Governi e Regioni di centro, destra e sinistra. La sanità pubblica è un valore a sé e come tale deve essere tutelato e rafforzato". Bisogna "garantirne la sopravvivenza", è l'appello. Con il sondaggio "viene smentito cosi l'ennesimo luogo comune. Circa l'80% dei cittadini italiani esprime un grado di fiducia molto elevato verso i medici pubblici, gli specialisti e anche verso i tanto vituperati ospedali. E non per sentito dire, visto che i più convinti sono coloro che ne hanno fatto esperienza diretta. Quale istituzione, a cominciare da quelle politiche, può dire altrettanto?", chiede Troise. "Ed è significativo anche - aggiunge - che tra gli italiani non trova diritto di cittadinanza quella richiesta di meno Stato più mercato che pare diventata senso comune delle politiche sanitarie degli ultimi anni. Sono cambiati almeno 3 governi, ma non questo ossessivo ritornello".
Per l'Anaao Assomed, "i risultati dell'indagine Demos fanno piazza pulita dell'ennesimo luogo comune sulla sanità pubblica, dopo che anche gli ultimi dati Ocse dimostrano che non è quel pozzo senza fondo descritto, per secondi e terzi fini, da molti politici ed economisti, che vedono l'aggregato di costo senza riuscire a distinguere il grano dal loglio e pensano di poterlo erodere a piacimento 'ad invarianza di servizi'. E nella notte in cui tutti i gatti sono neri sanno mettere in campo una sola arma: il taglio di tutto quello che costa, compresi i diritti di cittadini e lavoratori. Se coloro che chiedono il voto dei cittadini o della 'gente', dichiarando di mettersi al loro servizio - incalza Troise - facessero seguire alle parole i fatti, il sistema sanitario pubblico e nazionale non sarebbe a rischio di estinzione proprio nelle caratteristiche di universalismo ed accessibilità che gli italiani apprezzano maggiormente. Se Governi e Regioni spendessero non 1 euro, ma una parola e un atto a favore del patrimonio professionale loro affidato, che rende esigibile il diritto alla salute di tutti i cittadini italiani - conclude il segretario di Anaao Assomed - la crisi della medicina pubblica potrebbe essere arrestata. Ma il giudizio dei cittadini che a noi si affidano in momenti delicati della loro vita ci induce a credere che non sia troppo tardi. Ognuno però deve fare la propria parte. Noi la faremo".