In Italia, la Broncopneumopatia cronica ostruttiva colpisce circa 6 milioni di persone e quasi 3 milioni l'Asma Bronchiale: la prima colpisce prevalentemente dai 50 anni in su, mentre l'asma interessa mediamente età più giovani. Per quanto riguarda il rapporto tra BPCO ed età , intorno ai 50 anni i malati sono circa il 7%, intorno ai 60 la percentuale sale sino a raggiungere l'11-12%, con numeri che raggiungono il 50-55% oltre i 70. In sintesi, 1,5 persone su 10 soffrono di malattie respiratorie ostruttive cronico-persistenti. I fumatori sono i più a rischio: di questi, circa 1 su 3 arriva alla BPCO conclamata. In questi soggetti l'incidenza della BPCO e delle complicanze cardiovascolari aumentano esponenzialmente.
Sono fortunatamente in arrivo nuovi farmaci per le malattie respiratorie. Aumentano gli erogatori e le molecole interessate, con sistemi sempre più moderni ed efficaci. Ciò che cambia, soprattutto, è l'approccio agli stessi. "Sono in aumento gli italiani che si informano e che conoscono la terapia - spiega il Prof. Dal Negro - Rispetto al precedente decennio, quando il paziente assumeva farmaci in maniera inconsapevole, oggi si presta una maggiore attenzione. Di conseguenza anche lo stesso medico si informa di più e comunica con maggiore precisione".
Uno dei problemi più sentiti è quello dell'appropriatezza terapeutica in Italia particolarmente urgente. Questo va in conflitto con i risultati stessi del miglioramento delle terapie a disposizione. Se da un lato è aumentata l'efficacia dei farmaci, che ormai garantisce ottimi risultati, persiste il problema su come questi vengano utilizzati dal paziente e su come il prescrittore informi sul corretto utilizzo degli stessi. La mancanza di attenzione coinvolge 6 italiani su 10, provocando la non corretta gestione di tali malattie. Di conseguenza aumentano anche i costi sanitari, per una spesa che è arrivata a sfiorare 1 punto di PIL (prodotto interno lordo), pari a circa 15 miliardi di euro.
Le malattie respiratorie in Italia (dati ISTAT) sono la terza causa di morte per gli uomini (77,1 morti per 100 mila abitanti); tra le donne, invece, sono la quinta causa di morte, con un tasso di 61,8 eventi per 100 mila abitanti. I dati del 2013, inoltre, segnano un trend in negativo rispetto al 2009: da 39.949 a 43.444, da 67,6 casi ogni 100mila abitanti ai 73. Le regioni con i maggiori decessi sono, per valori assoluti, Lombardia (6.529), Piemonte (3.886), Lazio (3.724), Emilia Romagna (3.612), Campania (3.195). I rapporti ogni 100mila abitanti, però, segnalano una forte incidenza nelle seguenti regioni: Valle D'Aosta (102,2), Liguria (97,7), Friuli Venezia Giulia (91,6), Toscana (82,6) e Umbria (82,4).