Ecco le parole del Premier a conclusione della Leopolda, secondo quanto riportato da RaiNews 24
"Abbiamo rovesciato il sistema politico più gerontocratico d’Europa partendo da qui, da Firenze e abbiamo dato stabilità al Paese che aveva la minore stabilità del nostro continente. Abbiamo orgogliosamente portato il Pd a essere il partito politico più votato in Europa e non ci avrebbe scommesso nessuno. Neanche io", esordisce tra gli applausi della platea. Poi, quasi al termine del lungo intervento durato oltre un'ora, il caso al centro del dibattito mediatico e politico di questi giorni: il caso banche. "Sì alla commissione di inchiesta sulle banche - dice il premier - lo dico a nome del governo e del Pd: non abbiamo nessuno scheletro nell’armadio. Senza quel decreto sulla banche oggi non avremmo salvato i risparmiatori. La verità è più forte delle chiacchiere. A polemiche e retroscena rispondo con il sorriso. Non ci avrete amici: non sciupiamo l’Italia su polemiche autoreferenziali. Solidarietà per chi sfoga le proprie frustrazioni nei retroscena. Chi pensa di strumentalizzare la vita delle persone deve fare pace con se stesso, ma chi pensa di strumentalizzare la morte delle persone personalmente mi fa schifo. Le polemiche politiche si fanno a viso aperto e chi parla di favoritismo sta insultando persone perbene. Nessun favoritismo del governo. Il nostro sistema bancario è più forte e più solido di quello tedesco. La verità verrà fuori. Andiamo avanti a modificare quel che va modificato nel sistema bancario, a partire dalle banche cooperative che sono troppe e ci sono troppi amministratori che prendono una prebenda. Lo diciamo da anni e adesso lo facciamo". Bandiere, chi le voleva è andato via Poi il caso bandiere del Pd: "Proprio quando abbiamo perso abbiamo iniziato a vincere. E ora sta a noi continuare a cambiare il Paese.
La bandiera del Pd ce l’abbiamo tatuata nel cuore, ma la Leopolda è uno spazio di libertà aperto a tutti. Quelli che l’anno scorso ci hanno detto di mettere le bandiere nel frattempo se ne sono andati dal Pd". "Non abbiamo il volto finto pensoso di chi si ritiene depositario del sapere universale, siamo ragazzi di provincia innamorati della propria terra umili e coraggiosi, che sono artefici della propria occasione: non ce l’hanno data, ce la siamo presa, non ci hanno costruito col blog o con l’ufficio comunicazione. Ci siamo costruiti in campo. Non siamo il partito della nazione ma il partito della ragione. Io sono certo che noi non abbiamo bisogno di misure elettorali o di mancette perché se si votasse oggi noi vinceremmo con percentuali superiori a quelle delle europee. Orgogliosi di aver rottamato il complottismo, quell’idea che, quando qualcosa non funziona, sia sempre colpa degli altri. La verità e il tempo sono dalla nostra parte. Cambieremo il Paese senza che la politica cambi noi". Il terrorismo da combattere (anche) con la cultura "Noi non pensiamo che lo strumento militare non serva niente, anzi. A Marzabotto se non ci fosse stato l'intervento militare dei nostri partigiani, ma anche delle truppe Alleate, saremmo alla terza generazione del Terzo Reich. Nessuno di noi ha dubbi che ci sia bisogno di investimento anche per le nostre forze militari in prima linea in Afghanistan, Libano, Iraq, Somalia, nel Mediterraneo, nei Balcani. Detto questo, di fronte a ciò che è avvenuto a Parigi non possiamo far finta nulla, non è dicendo che bombardo di qua o di là che si risolvono problemi. Quelle persone che hanno ucciso anche Valeria Soresin sono nate cresciute educate in Europa. La questione delle periferie, la questione culturale è centrale. Non pensate che si possa semplicemente bilndarsi. Per ogni persona che vuole blindarsi in casa ci deve essere una paizza che ospita un evento culturale.
Il Jobs Act e la difesa di quanto fatto "Nello sciopero generale dell’anno scorso ci dicevano che i precari sarebbero diventati più precari, oggi scopriamo il contrario. Hanno detto che gli 80 euro erano una mancia elettorale... Quelli pieni di soldi lo hanno detto. Stiamo buttando giù le tasse. Questa frase l’avrete sentita mille volte, ma ora lo stiamo facendo davvero. E se la disoccupazione è calata dal 13,2 all’11,5%, possiamo dire che il Jobs Act ha funzionato? Io direi proprio di sì". Rimettere in moto la fiducia "La rassegnazione è stata cancellata dal vocabolario della politica, ora c’è bisogno di un salto di qualità . Ma dalla Leopolda parte un insegnamento: le cose in Italia possono cambiare: l’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica è stato un nuovo inizio per l’Italia. Noi non faremo per sempre politica, ma finché la faremo la faremo a viso aperto e a testa alta. Non si passa alla storia rimediando i danni di quelli di prima ma avendo il coraggio di avere visione sul futuro dell’Italia. È nostro dovere rimettere in moto la fiducia. La fiducia è il presupposto per ripartire. Bisogna passare dal tempo dell’invidia e al tempo dell’ammirazione, dal mah al wow! quando qualcosa funziona nel nostro Paese". Operazione straordinaria sulle tasse "Cosa sabbiamo combinato quest'anno, tante cose, anche le polemiche. Stiamo facendo una operazione sulle tasse tanto straordinaria da rasentare un progetto di ambizione. Stiamo abbattendo le tasse, sta realmente accadendo. Se non ci sarà più l'Imu e la tassa sulla casa vuol dire che la voluntary disclosure si è trasformato da sogno a realtà ?". Scuola, molto da fare "Sulla scuola c'è ancora molto da fare. Dobbiamo fare sì che alle scuole elementari si torni a scrivere in italiano. Bisogna usare di più il dettato e il riassunto". "Al tempo del T9, al tempo della scrittura automatica, bisogna fare dell'italiano una lingua viva". Il bonus da 500 euro per professori "non è una mancia, è una cosa giusta, è un riconoscimento del valore degli insegnanti". Giovani non si lasciano abbindolare "Chi dice che con il bonus vogliamo comprare il voto dei diciottenni non conosce i nostri giovani che non si lasciano abbindolare".