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Abolizione vitalizi: ma solo per chi ha più di sei anni di condanna

Soddisfazione moderata per l’abolizione a metà dei vitalizi

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I nostri politici oggi  hanno deciso che i vitalizi ai condannati non devono essere più  elargiti, ma solo a coloro che  sono stati condannati a più di sei anni.  

Siamo comunque arrivati al  via libera dell’ufficio di presidenza della Camera e del Senato.  Ha votato contro il Movimento 5 stelle mentre non hanno partecipato al voto Forza Italia  e  Area popolare. Hanno detto si  Pd, Lega Nord, Sel e Fdi.  La presidente Laura Boldrini: “E’ un forte segnale di moralizzazione” peccato che lo sia solo a metà.
Il questore M5S Laura Bottici replica “Questa non è la delibera originale, né quella mia, né quella di Grasso dello scorso anno, sulle quali abbiamo fatto battaglia per undici lunghi mesi”

Proprio ieri erano state presentati ai due presidenti Grasso e Boldrini 500mila firma raccolte con la petizione popolare partita dalla piattaforma Changeorg. La quale riportava testualmente queste parole:
“Basta una semplice modifica dei Regolamenti del Senato e della Camera per cancellare una vergogna: il pagamento dei vitalizi a senatori e deputati condannati in via definitiva per gravi reati, come mafia, corruzione, truffe con fondi pubblici e frodi fiscali. 
Riparte il futuro e più di mezzo milione di cittadini chiedono da tempo a gran voce che tutti i dipendenti pubblici e i rappresentanti politici siano chiamati a rispettare codici etici più efficaci e concretamente applicati.
Deputati e senatori sono chiamati a dare l’esempio, stabilendo la cessazione immediata di qualsiasi erogazione di denaro pubblico nei confronti di chi si è reso responsabile di questa vera e propria violazione dell’articolo 54 della Costituzione, secondo il  quale il mandato istituzionale va assolto “con disciplina  e onore”.
Firma ora per chiedere la sospensione di qualsiasi vitalizio ai politici condannati
."

 
Si spera che la delibera possa accontentare tutti i firmatari che sono stati più di 500 mila e stabilisce la fine delle pensioni a vita per i parlamentari  condannati per reati di mafia, terrorismo e contro la Pubblica amministrazione con pene superiori a 2 anni di reclusione. Ma nella versione finale del testo,  con il compromesso voluto dal Partito democratico,  si è escluso l’abuso di  d’ufficio  e si prevede la modifica in senso restrittivo per i delitti non colposi da 4 a 6 anni inserendo  la riabilitazione.

Un comune cittadino non può partecipare a un concorso pubblico o richiedere un mutuo se ha avuto una condanna penale e chi vuole diventare operaio alle poste deve dimostrare di essere incensurato

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