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Meloni, il discorso ad Atreju: "Ci hanno augurato ogni male, compatti fino a fine governo"

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"Noi siamo italiani, la nostra storia è piena di rovinose cadute e straordinarie rinascite, guardatevi indietro". Così Giorgia Meloni, dal palco di Atreju. Meloni cita il Medioevo, il rinascimento "un mondo che restava a guardare". "Poi dei ragazzi straordinari costruiscono l'Italia nel Risorgimento, poi il totalitarismo, i nostri nonni hanno ricostruito il Paese, ci siamo rialzati mille volte e lo stiamo facendo di nuovo". "Noi arriveremo compatti alla fine del governo e oltre. E' normale confrontarsi, altrimenti saremmo un partito unico". Lo dice Giorgia Meloni, dal palco di Atreju. "Chi spera che qualcuno metta il nostro destino prima della nazione, resterà deluso. Noi siamo per deludere la sinistra, è il nostro sport preferito", avverte. "Noi non saremo mai fazione", assicura. 

"Noi siamo persone libere" siamo arrivati in "una stagione di governo nel periodo più complesso dal dopoguerra a oggi", ha sottolineato aggiungendo: "Molti hanno scommesso sul nostro fallimento e hanno puntato sul cavallo sbagliato. L'Italia torna a essere un modello". 

"Era il '98, era il Colle Oppio, Atreju era la sfida di una generazione che voleva superare gli steccati dei custodi del Palazzo, una generazione che voleva raccontare il futuro dell'Italia. Nessuno che non sa guardare indietro può avere la pretesa di andare avanti", ha detto ancora Meloni, accolta da una standing ovation e dal coro 'Giorgia, Giorgia'. "Questa edizione - ha aggiunto- è stata impeccabile, splendida, meglio di quando me ne occupavo io, alla fine nessuno di noi è indispensabile". 

Poi il ringraziamento ironico alla sorella Arianna "che nella foga di dover piazzare amici e parenti, ha trovato il tempo di organizzare Atreju".  

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