“Sono tranquillo, il governo mi appoggia” – Queste le parole di Maurizio Lupi, ministro delle infrastrutture e dei trasporti del governo italiano. Questi giorni l’ufficio di Lupi è letteralmente assediato da giornalisti, politici e cittadini che chiedono a gran voce le sue dimissioni per il presunto coinvolgimento nello scambio di tangenti degli appalti di Grandi Opere.
Lupi non è al momento indagato – Ercole Incalza, Salvatore Perotti – chiamato da La Stampa il Re Mida degli appalti - e Francesco Cavallo si. I quattro personaggi legati a Lupi, sono ora al centro dell’indagine che vuole far chiarezza sulle presunte illegittimità legate agli appalti di opere pubbliche. Al centro del polverone anche Fedele Sanciu, ex senatore berlusconiano ed ex presidente della provincia di Olbia-Tempio, che avrebbe influenzato la gara d’appalto per l’apertura di un nuovo terminal all’aeroporto di Olbia. Molti di questi personaggi sono ritratti in una foto, nella stessa autovettura in cui sedeva Lupi.
Lupi è accusato di aver favoreggiato l’assunzione di suo figlio – il ministro, avrebbe fatto incontrare suo figlio e Ercole Incalza, uomo ritenuto in grado di mettere mano su ogni grande appalto. Il ministro è categorico e smentisce: “mio figlio non ha bisogno di nessun aiuto, ha fatto ingegneria quando io non sapevo che sarei diventato ministro e si è laureato con 110 e lode”.
Alfano lo difende a spada tratta, Renzi tace – Angelino Alfano, capogruppo di Ncd e ministro degli interni, difende a spada tratta il ministro legato al suo partito: “Non abbiamo alcun dubbio, abbiamo grande fiducia su di lui”. Matteo Renzi invece tentenna. Due anni fa l’attuale premier alzava la voce, si scagliava contro la corruzione dei ministri del governo Letta, ora – come impone la politica dei grandi accordi – è più cauto. Indiscrezioni dicono che il premier voglia le dimissioni di Lupi ma che, allo stesso tempo, voglia evitare tourbillon nella maggioranza. Cosa farà Matteo?