La Lega ha colonizzato il sud? O è nato un gemello del partito della Padania in terra magnogreca? Di sicuro il 19 dicembre il segretario Matteo Salvini, come si proponeva dall’inizio del suo mandato, è riuscito a mettere la camicia verde anche agli italiani da Napoli in giù. I colori di questo nuovo partito, che si chiama “Lega Sud – Noi con Salvini” ed è stato presentato dal leader leghista alla Camera, sono in realtà biancoblù, mentre la scritta “Noi con Salvini” è gialla e bianca: dunque nessun riferimento cromatico all’epopea politica legata a figure e luoghi, come Alberto da Giussano e Pontida, così lontani dalla vicenda meridionale. Ne è passato di tempo da quando la Lega Nord, fusione della Lega Lombarda, della Liga Veneta e di altri micromovimenti locali, era un movimento interregionale del nord legato agli interessi e all’identità dell’area compresa tra il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, la pianura padana e una parte della Toscana: allora, per i leghisti, l’Italia si fermava al Rubicone o tutt’al più al di sopra dell’Arno; anzi addirittura essi negavano che il territorio da loro abitato fosse Italia. Ma il trait d’union tra la Lega storica e questa giovane Lega extra-Lega sta unicamente nel nome di Salvini, vera anima e motore di questo allargamento a sud del bacino elettorale del suo partito: nel suo nome e nel suo programma, anti-euro, anti-rigore Ue e anti-immigrazione irregolare. Che, a quanto pare, ha già fatto breccia tra le fasce più disagiate e arrabbiate della popolazione del Mezzogiorno. Anche se pubblicamente dichiara il contrario (“Non faremo concorrenza a Berlusconi ed Alfano, il mio nemico è Renzi”), l’obiettivo che Salvini segretamente si propone è proprio quello di riuscire a pescare anche tra gli elettori delusi di FI e quelli tiepidi dell’Ncd.