"Se non molliamo costringiamo Putin a trattare". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite del programma ‘Fuori dal coro’ in onda stasera su Rete 4. Sulla guerra in Ucraina "io penso che si debba essere muscolari nei fatti e non negli atteggiamenti" aggiunge. "Penso che converrà con me che in due anni di guerra, quando stavo all'opposizione e dopo al governo, lei non m'ha mai sentito utilizzare questi toni, proprio perché io penso che sulle cose serie si debba reagire in modo serio. Non ho condiviso per esempio le parole di Macron, l'ho detto anche a lui: non le condivido e sono convinta che si debba fare attenzione ai toni che si usano".
"Però - puntualizza la premier - questo non vuol dire che non si debba fare ciò che è giusto fare e, se posso permettermi, bisogna pure stare attenti a come certe cose vengono vendute, tra virgolette. Io arrivo da un Consiglio europeo dove si parlava di protezione civile e mi ritrovo su diversi quotidiani il fatto che noi staremmo preparando l'Europa alla guerra". Questo "perché c'era un passaggio che diceva che bisogna mettere in cooperazione la risposta alla crisi, ma si parlava di protezione civile, cioè risposta alle crisi, si intendeva le alluvioni, le calamità naturali, tant'è che io ho difeso la Protezione civile italiana dicendo anche 'attenzione a mettere in cooperazione che non significhi, diciamo così, limitare le eccellenze degli stati nazionali, no?' Per cui bisogna pure fare attenzione a come certe cose si vendono, perché se ci mettiamo pure noi a fare la propaganda, come i russi, oggettivamente abbiamo un problema".
"Come sappiamo l'attentato" a Mosca "è stato rivendicato e quindi si può dare la colpa a chi si vuole, quando si fa propaganda, ma c'è qualcuno che ha dichiarato: 'siamo stati noi' e del resto le modalità sono quelle che noi conosciamo, non vedo come un attentato del genere potrebbe aiutare l'Ucraina o l'Occidente. E penso che anche noi dobbiamo fare attenzione a una certa propaganda perché anche rispetto al tema guerra mondiale, rischi eccetera, una cosa che io continuo a rispedire al mittente è l'idea secondo la quale chi cerca di aiutare l'Ucraina vuole la guerra e quasi quasi i russi che l'hanno invasa sono quelli che vogliono la pace".
"Quando lo scorso anno gli sbarchi aumentavano, diciamo così, in modo considerevole, io ho detto di preferire risultati strutturali a immediati ma effimeri, anche se nel breve termine avrei dovuto pagare un prezzo, perché quei risultati arrivassero anche in termini magari di consenso" dice la premier. "Però poi quei risultati piano piano arrivano: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno gli sbarchi diminuiscono del 60%, particolarmente dalla Tunisia, il che dimostra che la strategia che l'Italia ha portato in Europa e sulla quale ha convinto l'Europa nonostante l'opposizione della sinistra italiana e in alcuni casi anche Europea, sta dando i suoi frutti".
"La rotta, per esempio, dalla Turchia è totalmente stata azzerata. Ora, vuol dire che abbiamo risolto il problema? No. Vuol dire che il lavoro che stiamo facendo intanto in Europa, nella quale il dibattito passa da 'ridistribuiamo gli immigrati che arrivano illegalmente da noi' a 'fermiamoli' mi pare un cambio di rotta non secondario. L'Italia - afferma ancora Meloni - è stata protagonista di una serie di iniziative innovative sulle quali piano piano abbiamo portato dietro anche gli altri paesi europei: il memorandum con la Tunisia, il memorandum con l'Egitto, l'accordo con l'Albania che si sta tentando di smontare da parte di chi non la pensa come noi in tutti i modi. Per cui ci sono delle cose molto importanti che stanno accadendo e sulle quali noi facciamo scuola".