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Renzi gioca con la Camusso

Importante botta e risposta tra Susanna Camusso e Matteo Renzi.

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Il primo colpo viene sparato dal segretario della CGIL che accusa il segretario del Partito Democratico di prendere come modello per il suo Jobs Act addirittura la Thatcher.
Con le dovute rime la risposta del Premier che precisa di aver pensato non alla Lady di ferro ma piuttosto ai troppi lavoratori dimenticati da un sindacato impegnato solamente a difendere posizioni ideologiche.
Così come successo con Grillo, Renzi non si nasconde neanche con la CGIL. Non solo accetta la sfida ma parte immediatamente al contrattacco e le prime reazioni non tardano a confermare quello che molti già sapevano: sul piano della comunicazione l'ex sindaco di Firenze non ha eguali.
Chi rischia molto da questo confronto è proprio la Camusso. Il segretario con il più basso indice di gradimento della storia recente della CGIL, ha seriamente rischiato di consumare in solitudine il suo istinto autolesionista. A sorpresa è stato il leader della Fiom, Maurizio Landini, a permetterle di non affondare affiancandosi alla collega sindacalista nelle critiche all'azione governativa.
Resta da vedere come la prenderanno gli iscritti alla Fiom, notoriamente di buona memoria, che non dimenticano le tante umiliazioni che la CGIL ha loro riservato. Vedremo se anche i “duri e puri” della Fiom, gli unici ancora a colorare di un rosso vivo le sfumature di un sindacato oramai sbiadito, accetteranno le lusinghe dei compromessi o se avranno il coraggio di staccare la spina ad una zavorra piena di totem ed edificare un sindacato moderno, dinamico e finalmente al passo con i tempi.
Renzi può starsene tranquillo ad aspettare gli assist che la Camusso non smetterà di servigli, dalla sua ha la tranquillità di chi è consapevole che l'alleanza tra “compagni” così tanto diversi può durare al massimo il tempo di un autunno. Molto si discute sulla “temperatura” che avrà questa stagione ma in pochi riflettono che in fondo a deciderla saranno proprio quei lavoratori che, in un anno, hanno ottenuto da Renzi più di quello che la Camusso ha promesso negli ultimi dieci anni. Landini gode di stima e fiducia ma non possiede il dono della taumaturgia per guarire chi, imboccato un tunnel, non vede altra luce se non quella di un treno pronto ad investirla a velocità doppia.

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