"La frase in quanto tale è sbagliata e inaccettabile, così come era inaccettabile e vergognosa la frase di Grillo sulla shoah. Berlusconi e Grillo sono facce della stessa medaglia sono in campagna elettorale e non sono interessati alla frase in se ma alla loro ripercussione". Lo afferma il premier Renzi a "In 1/2 ora" dopo la bufera sul Cavaliere per le sue parole sui lager. Renzi affronta anche il tema dei conti pubblici: "Altro che coperte, per le misure c'è un piumone. Padoan è stato molto rigoroso e tutte le previsioni sono state abbassate, io gli sono grato. Il rigore dei conti pubblici italiani non ha paragone, i dati alla fine miglioreranno, avremo sorprese in positivo non in negativo".
Mediazione su rifroma Senato - Quanto alle riforme, "non discuto il pit stop - dice il premier - ma non è la prima volta. La cosa che sento dire dai cittadini è 'non mollare e non ti scoraggiare' come se fosse chiaro il tentativo di cambiare le cose mentre c'è una palude di sabbie mobili che ti vuole inghiottire". E sui continui attacchi di Berlusconi sottolionea che "sarei disonesto se dicessi che qualcosa non è accaduto. Berlusconi ha messo un paletto negativo poi l'ha recuperato e ha detto: 'Sono le nostre riforme'. Ha chiesto di cambiare alcune cose, io credo che sia legittimo ascoltare Berlusconi, Grillo e chiunque dica la sua. Anche la minoranza Pd che abbiamo ascoltata più volte. Sono tanti mondi e realtà diverse e ho grande rispetto". La mediazione attualmente passa per "la linea di fondo che i consiglieri individuano al proprio interno quale consigliere regionale va al Senato". Il premier punta comunque a ottenere il via libera in prima lettura entro il 25 maggio, ma "non mi impicco alla data. Una parte delle forze politiche a partire da Berlusconi sostiene che se Renzi porta a casa le riforme gode di un consenso elettorale: se la preoccupazione è elettorale che si prendano pure una una settima in più. L'importante è che si facciano".
A Europee Pd primo partito - "I leader seri non si preoccupano dei sondaggi: non mi interessa come finisce, io penso che il Pd prenderà più voti dell'ultima volta e sarà il primo partito ma non sono ossessionato da questo. A chi vota Grillo dico: va bene ma ditegli di smettere di urlare e di venire a dare una mano per cambiare l'Italia" dice ancora il premier a proposito delle Europee. "A me viene il dubbio - aggiunge - che Grillo forse è il più furbo di tutti, anzi si levi il forse, e considera tutti spettatori costanti del suo show. Lui ironizza sugli 80 euro che sono due biglietti per il suo spettacolo ma ad una mamma possono far comodo". Peraltro il premier invita a non sottovalutare il Cavaliere in campagna elettorale, perché "tutte le volte si parte con i risolini e poi non si sa dove va". "La mia ossessione - osserva ancora - non sono i sondaggi della campagna elettorale ma la percentuale dei disoccupati".
'Sono stato un Papa Boys' - Un passaggio il premier lo dedica alla canonizzazione dei due Papi, cui ha partecipato con la moglie Agnese: "Prima il dovere poi il piacere: come dovere, devo dire che l'aspetto organizzativo da parte dello Stato ha retto una macchina imponente tranne qualche piccolo disagio. Poi da rappresentante istituzionale e da credente è stato particolarmente bello, la delegazione italiana era per Giovanni XXIII perchè italiano ma con Giovanni Paolo II ho fatto molte esperienze, a Tor Vergata ero tra i Papa boys".