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Legge elettorale, bocciate le preferenze

'Italicum' perde i pezzi

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Sì della Camera all'emendamento alla legge elettorale con la formula che trasforma voti in seggi e le soglie di sbarramento. I sì sono stati 315, proprio 101 in meno dei potenziali voti favorevoli. L'emendamento prevede la soglia di sbarramento al 37% per avere il premio di maggioranza, quella del 4,5% di ingresso per i partiti in coalizione, quella dell'8% per i partiti non coalizzati e quella del 12% per le coalizioni. Il premio di maggioranza è fissato al 15%. Bocciato per appena 35 voti un emendamento di Fdi per introdurre le preferenze. Renzi incalza: 'Chi non vota la legge lo spieghi al Paese'. Battibecco con Rosi Bindi all'assemblea dei deputati del Pd. Bersani: si cambi al Senato. Salvini 'scarica' il salva-Lega: 'Serve al Pd, non a noi'. I Dem ribattono: 'Toglie ogni dubbio'.

L'Aula della Camera ha bocciato a voto segreto l'emendamento di Fdi che puntava all'introduzione delle preferenze nella legge elettorale. L'emendamento La Russa è stato bocciato con 299 no, 264 sì e un astenuto. E' stato bocciato per soli 35 voti l'emendamento sulle preferenze che avrebbe fatto saltare l'accordo sull'Italicum. Al termine della votazione a scrutinio segreto, il tabellone dell'Aula della Camera segna infatti 299 no, contro 264 sì. Una maggioranza esigua, dunque, tiene in piedi il patto Pd-FI: appena sei voti in più di quanti sulla carta vanterebbe il solo gruppo del Partito democratico. In tutto Pd e FI potevano raggiungere 360 voti: tra assenze e 'franchi tiratori', se ne contano 61 in meno.

Sì dell'Aula della Camera all'emendamento della Commissione alla legge elettorale che contiene il cosiddetto "algoritmo", ovvero la formula matematica che trasforma i voti in seggi, e le soglie di sbarramento. L'emendamento è passato a scrutinio segreto con 315 sì e 237 no. L'emendamento rappresenta il cuore dell'Italicum. Prevede la soglia di sbarramento al 37% per ottenere il premio di maggioranza; quella del 4,5% di ingresso per i partiti in coalizione; quella dell'8% per i partiti non coalizzati e quella del 12% per le coalizioni. Il premio di maggioranza viene fissato al 15%. L'emendamento introduce, inoltre, il ballottaggio per le due coalizioni che ottengono più voti ma non superano la soglia del 37%.

La Camera ha bocciato un emendamento di 40 deputati del Pd che rendeva obbligatorie le primarie per scegliere i candidati. L'emendamento prevedeva la parità di genere nell'organizzazione delle primarie. L'emendamento, a prima firma di Marco Meloni, è stato bocciato a scrutinio palese con 329 voti contrari e 211 favorevoli, quelli dei deputati di M5s, Sel, Lega, Fdi, Pi e alcuni del Pd. Oltre a Meloni, hanno dichiarato il voto favorevole alcuni parlamentari della minoranza, come Stefano Fassina e Enza Bruno Bossio.

La Camera ha bocciato un emendamento di Gregoro Gitti (Pi) che introduceva la doppia preferenza di genere (un uomo e una donna). I sì sono stati 277, i no 297, uno si è astenuto. Solo venti, dunque, i voti di scarto.

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