Se i toni con i quali il Movimento 5 Stelle ha salutato in Parlamento 'l'insediamento' di Matteo Renzi non sono stati particolarmente 'soft', dall'altra parte il neo presidente del Consiglio non abbandona l'idea di una tregua con i rappresentanti grillini.
È di oggi lo scambio di 'biglietti' con il vicepresidente della Camera dei deputati, Luigi Di Maio, con il quale Renzi ha cercato un punto d'incontro. È stato lo stesso Di Maio, poi, a pubblicare le foto della corrispondenza epistolare.
«Scusa l'ingenuità caro Luigi - esordisce il segretario del Partito Democratico - Ma voi fate sempre così? Io mi ero fatto l'idea che su alcuni temi potessimo davvero confrontarci. Ma è così oggi per esigenze di comunicazione o è sempre così ed è impossibile confrontarsi? Giusto per capire. Sul serio senza alcuna polemica. Buon lavoro. Matteo Renzi».
Di Maio risponde: «Ciao, 1) Guida al regolamento: i banchi del Governo devono essere liberi da Deputati quando qualcuno parla in Aula. Il Governo è tenuto ad ascoltare i Deputati. La Boldrini doveva richiamare la Polverini. Non lo ha fatto. 2) Forse non è chiaro che in un anno abbiamo visto di tutto. Abbiamo visto la tua maggioranza votare in 10 mesi: - 2,5 miliardi di euro di condono alle slot machine; - 7,5 miliardi di euro alle banche; - 50 miliardi di euro per gli F-35. Che ti aspettavi gli applausi?».
Renzi a questo punto non demorde e rilancia cercando in Giachetti (altro vicepresidente in quota Radicali) un punto d'incontro: «Capisco. Se vedi occasioni reali di dialogo nell'interesse dei cittadini (a me della parte mediatica interessa il giusto: ognuno fa la sua parte). Fammi sapere. So che parli con Giachetti. Se ti va bene utilizziamo lui come contatto. Se ci sono cose fattibili insieme alla luce del sole, nell'interesse degli italiani, io ci sono. Buon lavoro. Matteo Renzi».
Il deputato Di Maio, però, resta sulle sue posizioni: «Io parlo con Giachetti perchè lavoriamo insieme ogni giorno. Come tanti nostri colleghi che lavorano in commissione. Il Parlamento serve a questo. Però ora basta con questi biglietti berlusconi. Ci vediamo alla prova dei voti, in Aula, davanti al Paese intero».